Il consiglio comunale dei ragazzi? Non serve e non interessa

Desolante il quadro tracciato dall'assessore ai giovani Ivo Azzimonti rispendo a un'interrogazione di Pecchini (PD) dopo un anno di mancate convocazioni

Fra i numerosi punti trattati, con maggiore o minore soddisfazione degli interroganti, durante la seduta del consiglio comunale di giovedì, uno emergeva: per la concisione della domanda e la franchezza della risposta. Di sicuro si è trattata di una delle interrogazioni più corte a memoria di consigliere. Questo il testo integrale: "Che fine ha fatto il Consiglio Comunale Ragazzi?”
A presentare, senza fronzoli, la domanda era Mariella Pecchini per il gruppo del Partito Democratico. Insegnante, Pecchini ha presentato varia altre interrogazioni discusse durante la serata e relative in prevalenza a scuola o asili. Ma quella sul consiglio comunale dei ragazzi (CCR) era una interrogazione dovuta, dal suo punto di vista: primo, da insegnante, e poi, perchè al momento in cui veniva scritta (il 12 aprile scorso) già da un anno non si avevano notizie dell’assemblea, data per dispersa. Pecchini aggiungeva che insegnanti e genitori avevano poi inoltrato una lettera all’amministrazione, rimasta senza risposta, per chiedere di ripristinarlo.
Disarmante la risposta dell’assessore ai giovani, Ivo Azzimonti. «Il Consiglio comunale dei ragazzi non funzionava bene e non ha prodotto proposte degne di nota, a parte quella per gli armadietti nelle scuole, comunque affossata dall’opposizione dei dirigenti scolastici perchè mancavano gli spazi necessari. Io presenziavo a queste sedute, ma c’era scena muta da parte dei ragazzi, non emergevano proposte, così abbiamo pensato di valutare modifiche al regolamento». Che si stanno portando avanti, assicura: certo senza fretta, visto l’entusiamo generale. «C’è distacco da parte dei ragazzi per queste iniziative, non solo il consiglio ma la stessa giunta facevano molta fatica a riunirsi».
Messe nere su bianco queste dichiarazioni, a Pecchini tutt’altro che soddisfatta, non è rimasto che contestare all’assessore non solo di non aver informato i consiglieri, ma di non aver fatto più nulla. Dopo un anno di mancata attività «sarà molto difficile riprendere» l’attività. E se il CCR deve cessare di esistere, è necessario sancirlo con un atto formale del consiglio comunale (degli adulti), che spetterebbe all’amministrazione presentare all’assemblea. Altrimenti il consiglio dei ragazzi resterebbe un organismo fantasma: e se risponde a verità quando detto dall’assessore, il suo fallimento denuncerebbe un’incomprensione da parte dei "grandi" sul modo di coinvolgere studenti di dieci-dodici anni e spiegare loro la funzione della politica locale.
«Non è vero che non interessa» controbatte Pecchini, «Azzimonti non ha voluto ascoltare le richieste di ragazzi ed educatori di modifiche al regolamento, di fatto ha già una bozza di regolamento modificato, non ha più convocato nessuno, non ha risposto alla lettera, nemmeno la commissione cultura, non ha risposto alla lettera che già recava delle proposte. Queste cose le so grazie alle mie colleghe, non come consigliera: forse anche per incapacità a gestire la partita, ha lasciato morire la cosa, impedendo di fatto la prosecuzione dei lavori del CCR. Passato un anno, gli istituti sono disamorati: del resto, è tutto volontariato».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Settembre 2010
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