Il giramondo Fajardo: “Varese mi mancava, voglio far bene anche qui”
Il nuovo acquisto è atterrato sul pianeta Cimberio ed è subito andato in panchina contro Sassari. "Vero, cambio sempre squadra: ma la mia sfida è ben figurare ovunque"
Ha fatto in tempo a sedersi in panchina ma non a giocare, dopo una giornata con levataccia, viaggio aereo, visite e salto del pasto. Diego Fajardo si dà qualce giorno di tempo per conoscere la realtà varesina ma non ha problemi a farsi la prima chiacchierata in biancorosso subito dopo la vittoria nel "Memorial Fermi" ai danni di Sassari.
"Venire a Varese è stata una mia scelta mia, maturata dopo aver parlato con Recalcati nei giorni scorsi. Avevo offerte dalla Spagna ma mi piace l’Italia, ho preferito venire qui alla Cimberio e sono convinto di questa decisione".
Chiamato a prevedere il suo ruolo nel complesso biancorosso, Fajardo non si pone problemi: "Per il momento il coach non mi ha caricato di alcun compito, se non quello di dare una mano alla squadra; non chiedo minutaggi fissi, posso adattarmi a questa Cimberio come giocatore d’esperienza per affrontare il campionato. D’altra parte gioco nella vostra Serie A da tanti anni e il passato mi serve senz’altro per dare una mano al gruppo; le prime impressioni sono buone anche se vi confesso che sono un po’ stanco perché sono partito presto e non ho mangiato… domani capirò meglio la situazione, con un po’ più di energia…".
Lo spagnolo dimostra comunque di sapere bene dove è atterrato: "Conosco quasi tutti i compagni come Galanda, Rannikko, Kangur, Righetti (incrociati a Bologna l’anno passato ndr). Mi mancano Collins e Goss ma ho tempo per conoscerli. Comunque arrivo a Varese già abbastanza preparato perché stavo allenandomi a Tenerife; adesso ho un mese per entrare in forma. Poi, sul parquet non ho problemi a giocare in un ruolo o nell’altro: io sono per natura un’ala forte ma se serve vado a fare il pivot come è accaduto in Virtus ad esempio".
Lo spagnolo dimostra comunque di sapere bene dove è atterrato: "Conosco quasi tutti i compagni come Galanda, Rannikko, Kangur, Righetti (incrociati a Bologna l’anno passato ndr). Mi mancano Collins e Goss ma ho tempo per conoscerli. Comunque arrivo a Varese già abbastanza preparato perché stavo allenandomi a Tenerife; adesso ho un mese per entrare in forma. Poi, sul parquet non ho problemi a giocare in un ruolo o nell’altro: io sono per natura un’ala forte ma se serve vado a fare il pivot come è accaduto in Virtus ad esempio".
L’ultima domanda riguarda il continuo "girovagare" per le squadre dello Stivale. "E’ vero, cambio formazione ogni anno, ma la cosa difficile è giocare bene ogni volta in una società diversa. Non mi dispiace cambiare, ho provato a vivere tutti i cambiamenti regolamentari e mi sono adeguato. Varese in effetti mi mancava, non avevo mai avuto trattative per venire qui: per questo sono ancora più convinto di arrivare ora".
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