Piccole e medie imprese alla “prova” della quotazione in Borsa

Uno strumento concreto per accedere a nuovi capitali in un ambiente studiato appositamente per le loro esigenze. Aim Italia di Borsa Italiana è stato presentato all’università Carlo Cattaneo

Pmi alla prova della quotazione in borsa - convegno alla liucDopo l’Inghilterra anche l’Italia offre alle sue piccole e medie Imprese uno strumento concreto per accedere a nuovi capitali in un ambiente studiato appositamente per le loro esigenze, un percorso veloce e flessibile che permetta di entrare in contatto con investitori nazionali e internazionali.
Aim Italia di Borsa Italiana è stato presentato all’Università Carlo Cattaneo – Liuc nel corso di un convegno promosso dalla Liuc  insieme ad Andaf (Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari) e in collaborazione con Borsa Italiana, Centrobanca (Gruppo UBI Banca), Kpmg.
Il modello di riferimento di questo mercato è Aim, presente in Inghilterra da ormai 15 anni che oggi può contare un insieme di 1.400 imprese. L’equilibrio garantito da Aim Italia tra flessibilità di accesso per le piccole e medie imprese da un lato e necessità di garanzie per gli investitori dall’altro è garantito dalla figura del Nominated Adviser (Nomad), una banca o un adviser, preventivamente sottoposto all’ammissione al Registro di Borsa Italiana, che si impegna a valutare l’appropriatezza della società per la quotazione e che la accompagna durante tutta la permanenza sul mercato.
Scopo dell’incontro è fornire alle imprese presenti un quadro completo di informazioni che permetta loro di valutare nel concreto la possibilità di avvicinarsi a questo nuovo strumento per le proprie esigenze di finanziamento della crescita.

Dopo il saluto introduttivo del preside della facoltà di Economia della Liuc, Valter Lazzari, il presidente di Andaf Lombardia, Micahel Tesch, ha ricordato che questo convegno «si inserisce nel programma formativo e informativo che Andaf Lombardia propone ai propri associati con lo scopo di promuovere lo scambio di esperienze ed informazioni nonché generare cultura d’impresa».

Anna Gervasoni
, professore associato presso la facoltà di Economia Aziendale della Liuc, ha delineato un quadro del contesto finanziario mondiale nel quale nasce Aim Italia: «All’interno della mutata compagine economico-finanziario, creare valore per le imprese significa capacità di adattamento alle nuove regole del gioco in un ambiente estremamente dinamico e competitivo. Temi quali apertura del capitale e corporate governance hanno un ruolo di primaria importanza nel processo di diffusione di una cultura finanziaria a sostegno della crescita delle pmi italiane. In questo contesto nasce Aim Italia, un nuovo strumento di Borsa Italiana pensato per rispondere alle esigenze di finanziamento della piccola-media impresa che intenda accedere al mercato dei capitali. In questo percorso di avvicinamento alla quotazione il private equity si dimostra, ormai da decenni, un alleato fondamentale per lo sviluppo dei mercati finanziari, preparando le aziende al “buon governo”, fornendo capitale di rischio e competenze manageriali necessarie allo sviluppo. La quotazione è sinergica al private equity nell’obiettivo di creare condizioni stabili di sviluppo monetizzando il valore creato».

Uno strumento, quello di Aim Italia, del quale secondo Marco Fumagalli di  Centrobanca, le nostre pmi non possono più fare a meno per compiere uno scatto in avanti: «C’è bisogno che l’apertura del capitale sia utilizzata dalle medie imprese italiane per finanziarie la loro crescita e la loro internazionalizzazione. I mercati di Borsa Italiana offrono da questo punto di vista una eccellente piattaforma, che deve essere maggiormente sfruttata. Si devono anche favorire gli investitori specializzati nelle PMI, la cui presenza è indispensabile per lo sviluppo del mercato».

Ivan Spertini, socio di Kpmg
e responsabile dell’area Varese – Alto Milanese, ha trattato alcune caratteristiche distintive del territorio e le relative ricadute sulle imprese: «Gli elementi critici sono la gestione della cassa, la capacità di penetrare i mercati esteri e l’equilibrio nella capacità produttiva disponibile. In questi ultimi anni le nostre imprese spesso si sono trovate in difficoltà nel gestire questi aspetti e nel reperire nuove risorse finanziarie: è chiaro a tutti che l’approccio nel reperimento di risorse, sia di debito che di capitale, deve cambiare perché è cambiato il contesto: il rapporto con gli investitori è oggi molto più professionale e tecnico con l’indispensabile affiancamento di advisor qualificati».

Paola Maiorana
, socio di Kpmg e coordinatrice dell’area Capital Markets, ha affrontato i temi tecnici del ruolo, fondamentale, dettato sia dalla norma che dalla prassi, della "audit firm" ("Reporting accountant") nel processo di quotazione. Inoltre ha delineato le caratteristiche del mercato azionare AIM Italia che riproduce il modello dell’AIM di Londra dove sono già quotate centinaia di società di tutto il mondo. «Si tratta – ha spiegato – di un mercato rivolto alle piccole e medie Imprese con procedure di ammissione "snelle", senza vincoli di capitalizzazione e di flottante minimi. Particolarità dell’AIM è la figura del "Nominated Advisor" (NOMAD) responsabile della Due Diligence in fase di ammissione e della "guida" dell’emittente quotato in via continuativa».

Barbara Lunghi
(Responsabile Mid&Small Cap di Borsa Italiana) ha aggiunto che la Borsa deve essere utilizzata dalle PMI per fare impresa, raccogliere capitali per finanziare crescite ambiziose, investire in mercati esteri, sviluppare nuovi prodotti, fare acquisizioni importanti e godere di una maggiore visibilità e credibilità: «AIM Italia – ha detto – è un mercato particolarmente adatto alle PMI grazie al peculiare equilibrio che propone tra l’impegno richiesto alle imprese che vi accedono in termini di adempimenti, tempi e costi e il livello di informativa e garanzie pensate per facilitare l’accesso di investitori sofisticati».

Il convegno è stata anche l’occasione per dare spazio all’esperienza di una pmi quotata, la Saes Getters di Lainate, che opera nel settore dell’alta tecnologia (metallurgia e materiali avanzati).
«Tra i vantaggi riscontrati in seguito alla quotazione – spiega Giulio Canale, VP e AD di Saes Getters – ci sono la possibilità di raccogliere risorse per nuovi piani di investimento, diversificando e ampliando le fonti di finanziamento, nonché di ridurre l’indebitamento e, quindi, il costo del capitale di debito, facendo ricorso al capitale di rischio e maggiore facilità di accesso sia al capitale di rischio, sia al capitale di debito, favorita dalla maggior trasparenza e visibilità all’esterno imposte dalla quotazione. Inoltre, la quotazione può fungere da strumento di attestazione della qualità dell’impresa verso i suoi clienti e fornitori e, più in generale, verso tutti gli stakeholders. Non mancano però gli aspetti critici, tra cui: costo one-off della quotazione (legali, consulenza, road show, etc…); costi di struttura legati all’essere quotati (necessità di dotarsi di funzioni dedicate, ad es. IR, internal ed external audit, comunicazione finanziaria obbligatoria, uso inglese, …). Inoltre, gli obblighi di reporting e trasparenza informativa possono causare svantaggi competitivi, svelando informazioni ai concorrenti».

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Pubblicato il 20 Settembre 2010
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