Priorità agli studenti lombardi? Lo propone la Lega

Passati in commissione regionale due emendamenti leghisti che riguardano l'istruzione e l'università. Ruffinelli: "Nessuna preferenza ai test". Critiche dal Pd: "Attuare veramente l’autonomia scolastica"

"Tutelare e sostenere in via priopritaria gli studenti lombardi". È questa la "frase incriminata" contenuta in uno degli emendamenti presentati dalla Lega Nord in Consiglio regionale. Sulla stampa nazionale si parla anche di precedenza agli studenti lombardi nei test d’ingresso all’università. Una vicenda che ha chiaramente suscitato la reazione dell’opposizione in Regione, su cui però getta acqua sul fuoco la stessa Lega.

Gli emendamenti – In queste settimane è in discussione in Regione il piano di sviluppo regionale che contiene gli obiettivi stategici della Giunta per i prossimi cinque anni. Il Prs verrà votato in Consiglio martedì 28 settembre. Nei giorni scorsi le Commissioni Cultura e Bilancio hano approvato, senza il voto dell’opposizione, due emendamenti presentati dalla Lega. Il primo prevede che in “in ambito didattico, Regione Lombardia monitorerà attentamente la reale attuazione ed implementazione da parte degli istituti scolastici lombardi degli indirizzi regionali per i programmi scolastici. Oltre all’impiego delle linee guida, elaborate nel corso della scorsa legislatura, saranno rilevati anche gli effettivi esiti d’apprendimento degli studenti lombardi”.
«Niente di padanista – commenta Luciana Ruffinelli, consigliere regionale leghista e presidente proprio della commissione Cultura -. Chiediamo semplicemente di monitorare l’applicazione di una legge regionale approvata nella scorsa legislatura». Questo provvedimento legislativo prevede che il 20 per cento dei programmi scolastici possa essere stabilito dai singoli istituti in corrispondenza delle esigenze del territorio. «Noi abbiamo dato gli indirizzi individuando territorio per territorio le specificità – continua Ruffinelli -. Chiediamo, in linea con quanto previsto per tutti i provvedimenti legislativi, che ci sia un monitoraggio sulla reale applicazione».
È però sul secondo emendamento che si è acceso il dibattito con l’opposizione: “Regione Lombardia intende migliorare i propri interventi di diritto allo studio universitario, rendendoli più efficienti e cercando di tutelare e sostenere in via prioritaria gli studenti lombardi”. «Visti i costi del sistema universitario – continua la consigliera -, vogliamo semplicemente dedicare un’attenzione particolare agli studenti lombardi per sostenerli ad esempio nel costo degli affitti, dei trasporti, delle tasse». Si tratta comunque di linee guida, che quindi «indirizzano il lavoro della Giunta che anno per anno dovrà valutare se nel bilancio ci sono risorse per eventuali borse di studio». Sui destinatari Ruffinelli spiega che «la dicitura "studenti lombardi" è generica quindi non è già deciso se si tratterà di studenti residenti o quelli che studiano nella nostra regione. Certo è che noi consiglieri siamo eletti in Lombardia e dobbiamo difendere i cittadini che ci hanno eletto». Niente precedenza sui test quindi? «Certo che no – conclude Ruffinelli -. Si tratterebbe tra l’altro di una decisione incostituzionale».

Le reazioni – «È quel lombardi che ci turba – commenta Fabio Pizzul, consigliere regionale del Pd – e che ci fa pensare che il tentativo della Lega sia sempre quello di escludere una parte degli studenti.  E qui non si parla solo di ragazzi stranieri: soprattutto per quanto riguarda il diritto allo studio universitario, potenzialmente gli interventi di cui parla la Lega penalizzerebbero anche gli studenti novaresi o piacentini, che abitano appena al di là dei confini della regione». A proposito del secondo emendamento Pizzul è lapidario: «Al di là di questa prosopopea che lascia intendere la volontà di inserire nei programmi contenuti di stampo padano, l’emergenza di oggi è quella di attuare veramente l’autonomia scolastica, che deve essere anche autonomia dalla politica, perché non si ripetano più casi come quello di Adro».
Duro anche il segreatario regionale Pd Maurizio Martina. «La verità – spiega – è che le università e la scuola, anche in Lombardia, versano in grave difficoltà per colpa delle scelte del Governo Berlusconi Bossi e che anche le azioni di sostegno al diritto allo studio sono state pesantemente colpite dal centrodestra. La Lega farebbe bene a confrontarsi con la realtà anziché giocare come al solito con la propaganda. Consiglio loro di cominciare ascoltando i tanti ricercatori milanesi e lombardi che sono in mobilitazione».

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Pubblicato il 23 Settembre 2010
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