“Vassallo è stato lasciato solo”

Giornali e trasmissioni radiofoniche si stanno occupando dell'omicidio del "sindaco-pescatore". A Radio Tre si è parlato questa mattina, 7 settembre, di camorra ,'ndrangheta e dei rapporti con gli amministratori locali

È stato lasciato solo. È questo che emerge negli interventi delle ultime ore, dopo l’omicidio di Angelo Vassallo (nella foto sotto). Lo dice sulla “Repubblica” di oggi, 7 settembre, Roberto Saviano e lo hanno ribadito nella trasmissione di Radio Tre “Tutta la città ne parla” il nostro direttore Marco Giovannelli, Raffaele Marino, procuratore aggiunto di Torre Annunziata, già pm della Direzione distrettuale antimafia, e Andrea Di Consoli, scrittore e giornalista.
“Un agguato che sembra essere anche un messaggio. Così uccidono i clan. Così hanno ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno. Si muore quando si è soli, e lui – alla guida di una lista civica – si opponeva alle licenze edilizie, al cemento che in Cilento dilaga a scapito di una magnifica bellezza” scrive Saviano.
“Ma di cosa discutiamo –scrive sempre questa mattina la direttrice de “l’Unità” Concita De Gregorio – cosa parliamo a fare se poi lasciamo che Angelo Vassallo muoia così? Andiamo tutti al suo funerale, a migliaia, pretendiamo dalla politica e dal governo una risposta adesso. Non lasciamo correre, questa volta. Se lo faremo sarà perché siamo già morti. Morti con lui, e anche prima”.
Perché il “sindaco pescatore di Acciaroli è stato assassinato? Questa è la domanda cui i tre ospiti della trasmissione di Radio Tre hanno cercato di dare risposta, e le ipotesi vanno in una direzione. “Il clan dei Casalesi, Salvatore Cutolo e tanti altri conoscevano bene Acciaroli. Ci sono le prove che hanno transitato da lì. Vassallo amava il suo piccolo paese, lo aveva rivitalizzato anche dal punto di vista economico e questo aveva risvegliato gli appetiti dei personaggi della camorra ma anche dell’ndrangheta”.
“Era un amministratore capace – ha aggiunto il direttore di Varesenews Marco Giovannelli – capace anche di dire di no. Era una persona semplice, così come lo erano i suoi collaboratori: quattro amministratori che avevo conosciuto durante il mio viaggio in Vespa sulle coste più belle d’Italia. Sapeva dare risposte ai cittadini e in quel paese di 2000 anime era amato e rispettato. Ha pagato il prezzo di aver preso posizioni scomode”.
Sono molti invece per Di Consoli i governatori e i giornalisti del Sud che hanno subito minacce da parte della criminalità organizzata: “Non è un problema di destra o di sinistra – ha detto a “Tutta la città ne parla” – ma del fatto che questo paese si sta impoverendo e gli interessi sporchi, per creare occasioni di guadagno, crescono e sono fuori controllo. La situazione si sta “incarognendo” , non dimentichiamo che quello di Vassallo è l’ultimo di una serie di omicidi illustri”.
"Gli amministratori sono lasciati soli, ha concluso Marino, così come la magistratura e le forze dell’ordine. Lo Stato non c’è, non esiste: non c’è alcun programma, alcun piano, c’è solo una strategia della sopravvivenza”. Che nel caso del sindaco di Acciaroli non ha funzionato.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Settembre 2010
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