Il Varese vince in tribunale, Nadarevic può giocare
I giudici sostengono che la Figc non può discriminare un calciatore per la sua nazionalità e hanno annullato di fatto il regolamento sportivo
L’attaccante bosniaco del Varese, Enis Nadarevic, 23 anni, potrà giocare con la maglia biancorossa. E’ una buona notizia per la squadra di Sannino che ha ottenuto, in tribunale, un’importante vittoria con risvolti giuridici originali. Il collegio di tre giudici, che ha analizzato il caso del calciatore prelevato quest’anno dalla Sanvitese, squadra friulana di serie D, ha dato ragione alla tesi degli avvocati della società, Eugenio Piccolo e Vittorio Rigo. Nadarevic (a destra nella foto) era stato escluso dalla rosa perché la Figc, dal 2010, non accetta il tesseramento di nuovi stranieri extra Ue, nelle serie del calcio professionistico. Il calciatore, tuttavia, è in Italia da diversi anni, ha regolare permesso di soggiorno, e il suo più che un ingresso da un paese straniero dovrebbe essere trattato alla stregua di un normale cambio di lavoro. Escluderlo, vorrebbe dire esporlo a una discriminazione basata sulla sua nazionalità, circostanza normata dall’articolo 44 del testo unico sull’immigrazione, che dà facoltà a chiunque subisca un trattamento discriminatorio sulla base della religione, etnia o nazionalità di presentare ricorso in tribunale. I giudici di Varese hanno accettato ben due tesi degli avvocati del Varese. Da un alto si sono dichiarati competenti in materia, mettendo fuori gioco il regolamento della Figc, poiché quando viene intaccato un diritto soggettivo inalienabile della persona il tribunale ordinario ha sempre competenza superiore a quelle del diritto sportivo.
Nel merito, come si diceva, è stata accettata l’impostazione che assimiliva gli effetti dell’esclusione di Nadarevic a quello di una discriminazione. L’ordinanza del tribunale impone alla Figc il tesseramento del giocatore.
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