A Mirafiori il referendum dei lavoratori sull’accordo di Fiat
Ad esprimersi sono chiamati gli operai che hanno davanti a loro solo due possibilità: votare si o votare no. Il si darà il via libera alle novità volute da Fiat, il no paventerebbe la delocalizzazione
Oggi e venerdì mattina i lavoratori dell’impianto industriale Fiat di Mirafiori voteranno un si o un no al referendum sull’accordo sottoscritto dall’azienda e dai sindacati, esclusa la Fiom, lo scorso dicembre.
Il nuovo contratto proposto da Fiat (qui il testo integrale) contiene una ridefinizione degli orari di lavoro, delle pause, della rappresentanza sindacale, degli scioperi e in materia di malattia e assenteismo, oltre ad un’altra serie di questioni meno rilevanti.
Si tratta di un accordo che ha spezzato e fatto discutere non solo i lavoratori ma anche le rappresentanze sindacali, il mondo industriale e la politica.
Le motivazioni che hanno interessato ogni settore andrebbero analizzate singolarmente con molta attenzione. Oggi però ad esprimersi sono chiamati gli operai che hanno davanti a loro solo due possibilità: votare si o votare no.
Votare si: significa sottoscrivere l’accordo aziendale e quindi dare il via libera alle condizioni imposte dalla Fiat dell’amministratore delegato Sergio Marchionne e del presidente Jhon Elkann.
Si tratta dell’introduzione alcune novità, tra le quali le più importanti sono i nuovi orari nei turni e una regolamentazione degli straordinari che potranno arrivare fino a 120 ore; le pause all’interno dei turni, che passeranno dagli attuali 40 minuti a 30 minuti divisi in tre pause da 10 minuti; la regolamentazione per la malattia, che vedrà introdotte delle strette sulle assenze in prossimità dei giorni festivi; infine, insieme a queste la novità più importante, e contestata: quella sulla rappresentanza sindacale, concessa alle sigle che firmano l’accordo e non alle altre, in questo caso la Fiom. A nominare i delegati sindacali all’interno dell’azienda potranno essere solo le sigle che hanno sottoscritto l’accordo, che inoltre impone il divieto di sciopero contro l’accordo stesso.
Votare no: significa, invece, bloccare il piano Fiat. Con un particolare però: la Fiat ha vincolato 1 miliardo di investimenti e la permanenza della produzione a Mirafiori all’approvazione dell’accordo da parte dei lavoratori. Quest’ultimi in pratica si trovano, a sentire le dichiarazione dell’ad Marchionne, davanti allo spettro della delocalizzazione: o passa l’accordo e si va avanti a lavorare o la Fiat se ne va e si porta via i posti di lavoro. Anche questo punto non ha mancato di sollevare le proteste della Fiom e della Cgil.
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