Arriva Sassari, Recalcati fa la conta

Giovedì (18.15) la Cimberio incontrerà i sardi. Allenamento a ranghi ridotti, si ferma anche Rannikko. Il coach lascia alle spalle le polemiche ("Vescovi e Lo Nero mi hanno rinfrancato") e dà il bentornato a Dan Peterson

Un fantasma si aggira per il PalaWhirlpool, è alto, grosso e di pelle scura e si chiama Joe, Joe Isaac. In un momento in cui Milano rimette in panchina Dan Peterson, la sua presenza per qualche attimo fa venire in mente un altro clamoroso ritorno ma – per fortuna – il grande Joe è solo in visita di cortesia. L’allenamento del martedì, a due giorni dal match dell’Epifania contro la Dinamo Sassari (in campo alle 18.15), è diretto regolarmente da Charlie Recalcati che dopo la lunga seduta si ferma per il consueto per la conferenza stampa settimanale. Un appuntamento che arriva più presto del solito, visto il turno del giovedì, e che è più atteso di altre volte viste le recenti dichiarazioni del coach dopo le partite (e gli arbitraggi) con Milano e Biella.
 
rannikkoLA CONTA – Prima di tornare sullo sfogo e di affrontare gli altri argomenti è però necessario fare la conta, visto che in campo si gioca 4 contro 4 con, tra gli otto, uno juniores (Lenotti o Zattra). «Abbiamo fermato Thomas per lasciar riposare il suo ginocchio che non sta bene – spiega Recalcati – mentre Mian proprio oggi ha preso l’influenza. Fajardo sta giocando nonostante un problema alla tibia; resta Rannikko (foto) che è la tegola del giorno visto che ha avvertito un dolore improvviso al ginocchio. Lo valutiamo mercoledì: non è un trauma perché si è fermato di colpo, senza subire botte… vedremo; io credo che giovedì saranno tutti a disposizione ma è logico che non siamo al meglio».
 
RINFRANCATO – Il tecnico di origine milanese non ha molta voglia di tornare sulla polemica con gli arbitri, e lo ripete più volte. «Quello che ci tengo a dire – puntualizza – è che Cecco Vescovi e Michele Lo Nero, a nome di società e consorzio, mi sono stati subito molto vicini e mi hanno rinfrancato; li ringrazio di cuore e mi auguro che questa coesione ci dia una spinta in più per i prossimi impegni. Il mio primo timore era quello di causare problemi alla società, invece mi è stato assicurato che i dirigenti a ciò non hanno mai pensato. Diciamo dunque che anche in questa esperienza si sono visti gli amici veri: Cecco e Michele sono due e non solo i soli. Qualche consorziato è passato di qui, ha voluto portarmi il proprio sostegno e la cosa mi ha fatto piacere».
 
ARRIVA IL MEO – Curiosamente, alla guida di Sassari c’è Romeo Sacchetti, grande del passato che ha sfiorato la panchina di Varese prima che fosse affidata a Recalcati, anche per la decisione del “Meo” di restare in Sardegna. «Vi assicuro che gli auguro, in futuro, di venire ad allenare a Varese: io ho provato, a Cantù e in Nazionale, a guidare la squadra con cui ho giocato e vi assicuro che è una sensazione stupenda. Mi piace quando una bandiera passa dal campo alla panchina di un club, anche a distanza di tempo; so che Meo ama vivere sul mare ma vediamo come andrà in futuro la sua carriera».
Parlando della partita in sé, Recalcati sottolinea alcune caratteristiche di Sassari: «Abbiamo iniziato a lavorare sui loro giochi e a studiarli; la Dinamo è squadra che ha una sua logica d’insieme ma che soprattutto ha diverse individualità pericolose, sia nei big come White, Hunter, Diener e altri, sia negli specialisti italiani, come il difensore Devecchi o il precisissimo Pinton di questi tempi. Amano molto giocare in transizione e per questo dovremo iniziare a difendere fin dal nostro eventuale errore al tiro».
 
FE-NO-ME-NALE – Lo sconquasso al basket italiano, in questi giorni è comunque arrivato da Milano, con l’ingaggio clamoroso di Dan Peterson sulla panchina dell’Olimpia. «È stata una sorpresa vera – confessa Recalcati – Non c’era motivo di “sospettare” un suo ritorno in panchina: era al limite più logico pensare a Bianchini che ha allenato fino a pochi anni fa, ma a Peterson proprio no. Intanto io sono ringiovanito di dieci anni e non sono più il coach decano del campionato, quindi non posso che essere contento; inoltre gli daranno una nuova tuta e non vestirà più con quelle anni Ottanta che indossa a ogni “clinic” per allenatori. Scherzi a parte, gli ho subito mandato un messaggio di congratulazioni, capisco il suo entusiasmo e penso che non avrebbe potuto dire di no a una chiamata simile. Io tra l’altro penso di essere l’unico coach in Serie A che lo ha già affrontato, ai tempi di Brescia e Cantù, ma purtroppo per il confronto diretto dovremo aspettare qualche mese. Intanto godiamoci la popolarità che Dan ha portato al basket di oggi, che ha un grande bisogno di personaggi per far parlare di sé: dopo Pozzecco non abbiamo più avuto giocatori all’altezza dal punto di vista mediatico, aggrappiamoci quindi a gente come Tanjevic e Peterson. Con loro andiamo sul sicuro».

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Pubblicato il 05 Gennaio 2011
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