Beppe Grillo, molto più di “un comizio a pagamento”

Teatro Che Banca strapieno per la performance di Beppe Grillo. Che ha parlato del suo movimento 5 stelle ma anche di come va la politica e di come potrebbe essere il mondo. Non facendo mai smettere di ridere

Beppe Grillo al Che BancaHanno dovuto aggiungere lì per lì delle sedie d’ufficio in platea, e gli accrediti dell’ultimo minuto per giornalisti e fotografi prevedevano posti in piedi. Forse basta questo per descrivere quanto fosse pieno il Teatro Che Banca! per la serata con Beppe Grillo del 24 gennaio. Tanto pieno da giorni e giorni che è già stata prevista una serata bis, sabato 19 febbraio, per la quale sono già aperte le prevendite.

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Come sempre, Grillo arriva preparatissimo sulle nostre faccende ed esordisce mettendo l’accento su quello che per lui è il problema del giorno per i varesini: «Avete una terra bellissima, siete in un posto meraviglioso, avete acqua pulitissima che esce dai rubinetti e colline verdi… poi fate le cave e così la sporcate. Lo fate per trarne la terra per costruire. E dove la portate? In Svizzera! portate la vostra bella terra in Svizzera! Fate male: sono stato due giorni fa in Svizzera, e vi dico che a loro state sui c…oni! Non ve lo dicono, ma io lo so: gli state sui c…oni!». 

Beppe GrilloGrillo non usa certo mezzi termini: urla spesso, si appassiona – e quando esagera chiude tutto con un “I-talianii!” autoironico, come a fermare l’embolo da capopopolo che ogni tanto parte soprattutto quando parla di politica e ambiente – e soprattutto dice una valanga di parole forti, e parolacce. Ma non senza motivo. «E sarei io volgare, perchè dico "puttana" e "puttaniere"? sono volgare perché in questa storia chiamo le cose con il loro nome? Almeno così si capisce di cosa si parla!» precisa a margine dei commenti sull’inevitabile caso Ruby. Aggiungendo: «Mi dicono che sono volgare perchè ho fatto il Vaffanculo Day. Ma il VDay era in risposta al Family day che avevano fatto loro, con le amanti sotto il letto! E sarei io il volgare?».

Una parte abbondante della serata serve a raccontare cosa ha fatto il movimento politico che ha mosso i primi passi dal suo visionatissimo sito: iniziative di cui, in effetti, si sa ben poco. «Come la Woodstock 5 stelle di Cesena. Eravamo in 200mila, di tutte le età, ad ascoltare musica per tre giorni, è stata una cosa incredibile, bellissima, civile. Alla fine abbiamo preso le 54 tonnellate di rifiuti e ne abbiamo smaltito il 91% in un impianto di Treviso che è fantastico, e si occupa di recuperare tutto. ma avete visto voi una riga di tutto questo, in questa cavolo (naturalmente non dice cavolo, ndr) di informazione che abbiamo?».

Il Beppe Grillo politico (“Ma io non faccio politica, io incito alla politica. Io non sono candidato in niente e non faccio nulla, se non mettere in rete questi ragazzi”) potrà non piacere a tutti ma certamente funziona, vista la sala strapiena: «Vi hanno già detto che andavate a vedere un comizio a pagamento? a parte il fatto che io non sono un politico e non mi sono mai candidato a niente, ma se anche fosse? Provate a mandare uno di quei politici che vi dice queste cose a fare un comizio a pagamento, e poi vediamo quanta gente ci va…».

Il meglio di sè, però, Grillo lo dà quando non gioca in difesa: cioè quando parla dell’attualità politica e sociale, e quando porta “in giro per il mondo” il suo spettatore, facendogli scoprire un mondo più pulito, più sano, politicamente più solidale.
Mette malinconia quando ricorda che la Fiat nei primi anni novanta aveva ingegneri straordinari, che avevano inventato tutto l’inventabile per far diventare più pulita l’auto, e ora invece in in prospettiva fabbricherà Suv che “consumano un litro di benzina ogni 8 centimetri”. Oppure quando mette a confronto la presidentessa svizzera 43enne con l’ottuagenario Napolitano e quando fa la conta dei politici sopra gli ottant’anni ricordando che una di loro, Rita Levi Montalcini, di anni ne ha addirittura 101.

Ma infonde speranza quando mostra come funziona l’impianto di riciclaggio di Treviso o fa sognare con una stampante in 3D che riproduce in plastica – riciclabile, va da sè, con un aggeggio a manovella – oggetti trovati in internet. «Il futuro è mettersi in rete, la democrazia sta lì. A Rivoli un ragazzo ha mandato in onda il consiglio comunale con una webcam. Un vigile è arrivato e gliel’ha spaccata, poveretto, convinto che spaccandola facesse sparire il filmato. Ma noi il filmato l’abbiamo fatto vedere tutto compreso il fatto che l’ha rotta lui. E adesso i guai sono suoi. Internet non si ferma! E’ così che a Tunisi è cominciata la rivoluzione…».

Una rivoluzione che, come tutte le rivoluzioni della rete, è partita da ventenni: «Questi strumenti non li possono governare dei vecchi. Non lo posso fare nemmeno io. Noi fatichiamo a pensare il futuro». E conclude con un esortazione: «Fatemi un piacere, a Varese mettete su una lista di ragazzi 20enni. Se la fate almeno uno in consiglio finirà: si porterà dietro la webcam, che nessuno potrà togliergli perché eletto, e farà vedere questo e voi avrete finalmente l’opportunità di giudicare chi diavolo continuate a votare. Così potete mandarli a casa tutti».

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Pubblicato il 25 Gennaio 2011
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