Bertolino, il giullare edificante

Sala piena al Che Banca per il recital del comico milanese: che tra politica, storia e analisi della società oltre che far ridere, insegna

“Solo posti singoli”.

Questo recitava il cartello alla biglietteria del teatro Che Banca nei minuti precedenti l’inizio dello spettacolo di Enrico Bertolino.  Sono rimasti liberi solo i posti spaiati, quindi, nella replica varesina di “Passata è la tempesta? Nuovi lampi di ovvietà”, andata in scena sabato 22 gennaio 2011. Più di mille persone hanno riempito il teatro varesino per vedere quel “comico e giullare” (secondo la sua stessa definizione) cui nel medioevo i potenti avrebbero tagliato la testa, mentre in tempi moderni si sono limitati a non rinnovare il contratto della sua trasmissione.

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Il risultato: quasi due ore di risate edificanti, dove si è potuto non solo rileggere l’attualità ma anche ripassare la letteratura, la storia, la filosofia e persino l’inglese. Berlusconi che risponde al Pericle del discorso agli ateniesi, il confronto tra la vita mediovale e quella odierna, persino una lezione alla “Lie to me” sulla pronuncia inglese di allenatori e politici italiani: non c’è niente che non torna utile nello spettacolo, ideato da lui e attualizzato e “territorializzato” città per città, dal giornalista di Repubblica Curzio Maltese.

Una gran quantità di materiale, non sempre amalgamato alla perfezione – la quantità di informazioni eterogenee, francamente, non aiutava – ma quasi sempre spassoso. Nella parte politica Bertolino eccelle soprattutto, più che negli spezzoni preparati o inquadrati storicamente, nella parte “ a braccio” ritagliata sul’attualità: impossibile scegliere tra battute come: “mettere il pedaggio alla Salerno- Reggio Calabria? Meglio far pagare l’Ici agli automobilisti, sono lì fermi da 30 anni!” o "Dalle parti di Roma le popolazioni locali in epoca romana erano gli Equi, i Sabini e gli Scilipoti. Questi ultimi sono ancora qui dopo più 2000 anni perchè un attimo prima della sconfitta, si spostavano dalla parte del  vincitore".

Senza fare torti a nessuno, perchè ha una stoccata per tutti: dal PD “che si riconosce dall’odore di canfora” al capo del Governo che istituzionalizza il bungabunga perchè vuole trasformare “le pecorelle smarrite in pecorine sdraiate”, dalla Lega che è passata dal “brandire le mazze a esaminare le mazzette” a Casini “surfista delle domande”. Alla fine ognuno un po’ si arrabbia e un po’ si consola con le arrabbiature altrui, ed esce contento.

E’ però la parte di “analisi comunicazionale” nello spettacolo il suo imbattibile cavallo di battaglia. Dalle coppie rovinate per “eccesso di dialogo” al grafico dello spettatore tipo, dallo studio della pronuncia inglese dei manager sportivi e politici all’analisi della voce in dialetto del centralino del comune di Como, tutto fa schiantare dalle risate e al tempo stesso migliorare la propria capacità di discernimento. Uno spettacolo fatto apposta per chi si sente ancora orfano di Glob ( e un anonimo non ha mancato di ricordarglielo, dalla platea) ma perfettamente tagliato anche per chi a teatro ci è andato “trascinato dalla fidanzata” ed  è tornato a casa arricchito, oltre che con un sorriso in più. 

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Pubblicato il 23 Gennaio 2011
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