Consiglio comunale, passa la mozione del PD sull’emergenza casa

Vi si inviatava ad allargare il tavolo sull'emergenza casa includendovi rappresentanti del consiglio comunale, e a ripristinare il rapporto con Aler

Fra i punti discussi giovedì sera in consiglio comunale si è toccato, quando già il presidente Speroni stava per chiudere la seduta, poco prima di mezzanotte, il punto relativo a sfratti e rapporti fra Comune e Aler. Si tratta di un’interrogazione e una mozione urgenti, quindi è stato concesso di proseguire la seduta, conclusa circa tre quarti d’ora dopo con l’approvazione della mozione proposta dal PD. Era Erica D’Adda ad aver rilanciato il mese scorso il tema dopo il tragico episodio in cui un residente della medesima palazzina in cui ha la sua sede bustese l’azienda regionale per l’edilizia pubblica, in via Einaudi, si era buttato dal terzo piano ferendosi gravemente, sotto lo sguardo impotente di soccorritori, forze dell’ordine, fotografi e giornalisti.

L’interrogazione, partendo dalla "dolorosa e inaccettabile vicenda", ribadiva la richiesta che l’assessore ai servizi sociali relazioni il Consiglio Comunale in merito ad ogni aspetto dell’accaduto; e che si spieghi ai consiglieri "se e per quale ragione l’Aler non partecipi al Tavolo Tecnico (…) deputato a vagliare i casi di sfratto e le possibili soluzioni – che diventa, in assenza di tale attore, quasi del tutto inutile"; se, infine, "esistano contrapposizioni fra Aler e Amministrazione che rendono difficile la comunicazione".
La mozione riguardava il Tavolo Casa, e invita sindaco e giunta a rivedere natura e composizione del Tavolo medesimo, allargandolo con "l’apporto degli eletti nel consiglio comunale – maggioranza e minoranza – al fine di mantenere un contatto stretto fra le istituzioni e le parti sociali"; nonché a "definire e ripristinare un corretto rapporto con l’Aler, la cui assenza da tale strumento di consultazione e valutazione dei casi di maggiore difficoltà, rende per molti aspetti inutile l’esistenza di questo strumento di lavoro".

«Qui non è questione di campagna elettorale, ma di testa e di cuore» premetteva D’Adda. L’assessore ai servizi sociali Mario Crespi ha risposto di essere stato presente nell’episodio del tentato suicidio, e di aver cercato già in precedenza di ottenere un rinvio dello sfratto da parte di Aler, insistendo anche in tale circostanza, mentre intervenivano carabinieri e vigili del fuoco. Con l’ufficiale giudiziario già in posto, «l’ispettore di Aler non ha ritenuto di poter procedere al rinvio», e l’insano gesto si è compiuto.
Quanto al tavolo tecnico, ossia per la precisione gruppo per l’emergenza abitativa, vi partecipano Acli, Caritas, sindacato inquilini, due rappresentanti realtà, parrochiali e non, che dispongono di spazi d’accoglienza, la’ssesore e gli assistenti sociali. Non, quindi, Aler. «Lo scopo di creare una rete sociale è stato raggiunto». Il gruppo monitora gli sfratti programmati, che sono 30-40 al mese in media, poi gli sfratti effettivamente eseguiti in un anno sono una quindicina in tutto (da privati come da case popolari di Comune o Aler). L’uomo gettatosi dal terzo piano, intanto, una casa ce l’ha ancora. Per il momento. «Sono convinto che in questi casi debba prevalere sempre la centralità della persona e un approccio sociale, parliamo di esseri umani, non importa se hanno colpa o meno della condizioni in cui si ritrovano» precisava Crespi. Sulla mozione proposta, non vi è stata alcuna contrarietà di principio da parte dell’assessore. D’Adda ha contestato che «non è possibile che non si interloquisca con Aler» e che ampliare al consiglio il tavolo per l’emergenza abitativa era un punto dirimente. Crespi ha replicato che con Aler i contatti del suo assessorato ci sono e sono quotidiani, per tutta una serie di comunicazioni, inclusi i livelli di morosità riscontrati. Intanto per l’inizio del mese prossimo dovrbebe esservi un vertice servizi sociali-Aler cui prenderà parte il presidente di Aler Capodiferro. Prima del voto conclusivo, con l’unanimità dei consiglieri a favore, per il PdL Giuseppe Angelucci ha proposto di far accumulare ad Aler, con la cessione in proprietà di appartamenti ad inquilini che hanno ormai i mezzi per sostenerne l’acquisto e lo avevano segnalato all’ente, risorse da cui accumulare un fondo a favore delle situazioni di emergenza. Non è detto che lo scenario sia praticabile su due piedi, osservava D’Adda prudente, pur apprezzando l’intento, mentre l’assessore Crespi ha ricordato che due fondi consimili, da 50mila euro per i 500 alloggi popolari comunali, e da 60mila per i duemila di Aler, già esistono.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Gennaio 2011
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