“I figli del serpente” e la Sacra Sindone distrutta in un attentato

Esce in questi giorni anche nelle librerie varesine il romanzo dello scrittore di Saltrio Giuseppe Leto Barone: un po' thriller a sfondo religioso, un po' spy story, con i temi tecnologici e bioetici in primo piano. Al centro un'indagine difficile, piena di pericoli e sorprese

Terrorismo e dintorni, tema ahinoi sempre attuale, si veda ieri a Mosca. È questo, ormai un topos letterario oltre che una tragica realtà ai tempi dell’odio e dell’incomprensione reciproca, uno dei temi de "I figli del serpente" (ed. A.Car), il terzo romanzo del 36enne scrittore varesino Giuseppe Leto Barone, già presentato in occasione della importante Buchmesse di Francoforte e ora in libreria anche a Varese.

Nel romanzo, che rientra in parte nel filone del thriller a sfondo religioso inaugurata dal Codice da Vinci di Dan Brown, si parte dalla Sacra Sindone, che finisce distrutta in un attentato terroristico.
Ma “I figli del serpente” non è per l’autore una semplice rivisitazione di un genere fortunato. È un libro d’azione che punta più sull’elemento della scoperta dei cattivi della situazione e le loro motivazioni, piuttosto che su enigmi a sfondo culturale. L’ambientazione è ovviamente internazionale, come si conviene al nostro tempo in cui si globalizzano immagini, cose e persone, e ovviamente, ideologie e violenze. Il romanzo, con aspetti da spy story, è mirato ad intrattenere il lettore, a "incatenarlo" alla pagina. Non si limita però a solleticare istinti alla 007, andando a rivangare eventi di storia recente, dalle guerre di dissoluzione jugoslave all’11 settembre, per tracciare la cornice dei fatti narrati; e affronta anche temi legati alla tecnologia e alla bioetica, dalla clonazione all’uso delle cellule staminali. L’incipit si ispira ad un fatto realmente accaduto non molti anni fa e sul quale si è molto discusso: l’assassinio del comandante delle Guardie Svizzere in Vaticano. Da lì si dipana la trama, e l’indagine di un giovane magistrato, figlia di un potente, che va a toccare fra l’altro le relazioni tra alta finanza e terrorismo islamico, e la cui azione si incroocerà con quella di un esperto agente di un Paese straniero. Si scopre in seguito che le cose non sono così lineari come sembravano, e che "dietro" si profilano ben altri pericoli e deliranti piani d’azione.

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Pubblicato il 25 Gennaio 2011
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