I Pooh, da “democristiani del rock” a simpatizzanti della Lega

I tre rilasciano un'intervista a La Padania in cui si parla di musica e della crisi che sta vivendo

Quando si parla di musica italiana, si parla anche dei Pooh (foto di Cristian Dossena). Piaccia o non piaccia, è da quarant’anni che cavalcano i cambiamenti della società italiana, mantenendo un pubblico numeroso e affezionato. Anche per questo (ma non solo) sono stati definiti i "democristiani del rock". Ma sarà ancora così?
Roby Facchinetti in un’intervista a La Padania parla di musica e della sua «Preoccupazione per un settore in gravissima crisi». Una tradizione che fa pensare ad artisti come «Battisti, Baglioni, gli interpreti e gli autori famosi in tutto il mondo. Ma tutto questo patrimonio si sta esaurendo, dimenticato. La Lega si sta accorgendo di questo: noi non possiamo che abbracciarla. Meno male che esiste una forza così».  Delusa da Davide Van De Sfroos, la Lega sta cercando un nuovo idolo?
Secondo il leader dei Pooh, la musica e i suoi talenti vanno salvati, come in altre nazioni europee dove «non si tratta di imposizioni ma di rispettare la loro cultura, le loro tradizioni. Noi arriviamo in ritardo in questo. Meno male che qualcuno se n’è accordo».  Facchinetti parla poi dei nuovi talenti della musica popolare italiana e delle possibilità che hanno o non hanno, esaltando il protezionismo. «Rischiamo di perdere posti di lavoro e talenti tra le generazioni futuro. Non possiamo permettercelo». La parola passa poi a Red Canzian che spiega la sua opinione rispetto al settore musicale: «Come il mondo dell’agricoltura, anche il mondo della musica si sente abbandonato dalla Stato, non protetto». L’ultimo dei Pooh a parlare sul quotidiano leghista è Dody Battaglia, che conclude: «Dobbiamo essere protetti esattamente come avviene negli stati europei dove hanno capito che la musica nazionale è un patrimonio da tutelare».

I Pooh saranno in concerto a Varese, a teatro, l’1 e il 2 febbraio.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Gennaio 2011
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