In consiglio è battaglia senza esclusione di colpi

Centrosinistra e Lega attaccano. Colombo parla di "mancanza di etica" e il presidente del consiglio interviene. Petrone: "dall'oppisizione atteggiamenti da pagliacci"

Due soli punti da discutere, ma di grande significato: in consiglio comunale si votava per ratificare la decadenza del sindaco Nicola Mucci e il rimpasto di giunta che ha portato Massimo Bossi a sedere, da vicesindaco, nell’ufficio del primo cittadino di Gallarate. Doveva essere battaglia e battaglia è stata, soprattutto tra l’amministrazione e i due partiti di centrosinistra, Pd e Sinistra e Libertà.
Massimo Bossi ha esordito indicando "stabilità e continuità" come principi che hanno guidato il percorso intrapreso dall’amministrazione gallaratese, con il rimpasto a quattro mesi dalle elezioni. Bossi ha lodato "la grande responsabilità di Nicola Mucci nel scegliere la decadenza", anzichè le dimissioni, consentendo così alla giunta di andare avanti per qualche mese. "I cittadini di Gallarate dovranno essere davvero grati a Nicola Mucci per qanto ha fatto. Siamo lieti che un gallaratese possa portare la sua esperienza in un altro territorio". E ancora Bossi ha ribadito che "nessuno schema precostituito o ragione di potere" ha portato all’operazione di riordino non solo delle cariche, ma anche nelle aziende partecipate (con l’ex vicesindaco Paolo Caravati che ha sostituito il finiano Franco Liccati). A seguire, un richiamo tutto politico, perchè si arrivi a ricomporre la coalizione di centrodestra del 2001, con il rientro di Quintino Magarò e Lega Nord, oggi seduti all’opposizione.

Di qui in vanti, è quasi un fuoco di fila dai banchi dell’opposizione. Esordisce la socialista Laura Floris, con una verve verbale insolita: "Assistiamo a giochi di potere alla bulgara, un pasticciaccio di rimpasto". Parla di Mucci come di "un sindaco che ha così a cuore la sua città da abbandonarla a pochi mesi dalle elezioni", con "mancanza di stile e di rispetto": "un bel divorzio, è come se abbandonasse la famiglia solo perchè i figli sono diventati grandi".
Toni duri, ma nessuno scontro. Che invece scoppia subito dopo, con l’intervento di Cinzia Colombo che parla di "interessi personali che prevalgono su quelli della città" e paragona il finiano Carabelli ("l’unico che ha dimostrato etica personale e politica") agli "altri, che l’etica l’hanno persa". Di qui nasce un diverbio con il presidente del consiglio Donato Lozito, che invita al rispetto per le persone. Piuttosto presente anche il pubblico, che interveniva a suon di applausi per l’una o per l’altra parte.
Il Pd con Marco Casillo ricostruisce con gli atti la giornata del 29 dicembre, citando i singoli provvedimenti di giunta, che si susseguono nel giro di poche decine di minuti: "Con un primo atto Mucci nomina Bossi vicesindaco. Con il secondo epura Franco Liccati. Con il terzo, improvvisamente si ricorda che è incompatibile dopo la nomina all’Asl di Sondrio". Per i democratici è la dimostrazione di una mancanza di etica nella gestione della città. E il Pd ricorda i sei giorni in cui Mucci disse che le due cariche erano compatibili, "mentre la legge parla chiarissimo".
Matteo Ciampoli ricorda che per la Lega Nord la scelta di Mucci è "legittima, ma irresponsabile": "non si può abbandonare la guida della città per interesse personale".
 
Nelle file della maggioranza il capogruppo azzurro Alessandro Petrone bolla come "atteggiamenti da pagliacci" le critiche dell’opposizione, ricorda che la scelta di arrivare a fine mandato è una forma di rispetto per gli elettori, rivendica il percorso scelto da Mucci in questi giorni: "le norme dicono che è perfettamente legittimo. Lo stesso procedimento fu scelto anche da Bassolino come sindaco di Napoli". Riferimento che ritorna anche nell’intervento di De Bernardi Martignoni: il finiano pentito si aspettava "un tono diverso dall’opposizione, senza il solito sospetto dei comunisti".
E nelle file della maggioranza si può mettere anche Quintino Magarò, che raccogliendo l’appello di Bossi, ringrazia il sindaco uscente e parla di "scelta intelligente: Mucci non ha proseguito la carriera politica, ma ha scelto il lavoro". Per Magarò il tema più importante da affronatre, ora, è l’urbanistica.
La procedura di decadenza è stata infine votata dai consiglieri di maggioranza, affiancati appunto da Quintino Magarò, unico rimasto sui banchi dell’opposizione. Centrosinistra e Lega hanno invece abbandonato l’aula, contestando la scelta politica e alcuni aspetti legali della questione.

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Pubblicato il 08 Gennaio 2011
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