Manifesti fascisti in centro a Luino
Il movimento di estrema destra "Patria Nostra" ha organizzato un convegno per commemorare la strage di Acca Larentia del 1978: in città foto con croci celtiche, braccia tese e la firma "I camerati"
Manifesti inquietanti a Luino. Braccia tese, croce celtica ben in vista e una firma in calce che riporta a tempi bui: “I camerati”. I manifesti sono comparsi nella zona di palazzo Verbania, edificio sul lungo lago, a pochi passi dal centro cittadino, che il Comune guidato da Andrea Pellicini affitta per manifestazioni di vario genere. Quella che è cominciata oggi, sabato 15 gennaio, è di evidente appartenenza politica: la commemorazione della strage di Acca Larentia, consumatasi nel lontano 7 gennaio 1978 e nella quale morirono 3 giovani militanti del Movimento Sociale Italiano, uccisi in un agguato organizzato da estremisti di sinistra. A 32 anni di distanza il movimento “Patria Nostra” ha deciso di commemorare l’evento con un convegno a Luino, molto partecipato.
Inequivocabili le simpatie del suddetto movimento: martelletto che riporta alla simbologia nazifascista, foto sul gruppo Facebook del Duce (mescolate ad alcuni dei temi forti del movimento, come il no all’aborto e all’immigrazione, le critiche ai partiti di destra, centro e sinistra e la difesa dei saluti romani “ieri oggi e domani”). A qualcuno l’esposizione di questi simboli però non è piaciuta: i partiti di centrosinistra, Pd e Italia dei Valori su tutti, hanno minacciato esposti in Procura ricordando la legge che vieta l’ostentazione di simbologia fascista o che al fascismo faccia riferimento esplicito (legge Mancino del 25 giugno 1993 n. 205). Per controllare la situazione è arrivata anche una camionetta della Polizia di Stato.
Resta da capire come l’amministrazione cittadina non si sia accorta della portata di questa iniziativa e abbia concesso a cuor leggero un edificio comunale ad un Movimento che si rifà appunto alla simbologia nazifascista. Il primo cittadino Andrea Pellicini commenta laconico: «Non potevamo fare una censura preventiva – spiega -. Ci hanno chiesto la sala e l’abbiamo concessa, se poi questi signori hanno commesso illeciti ne risponderanno nelle sedi adeguate. Non ho visto peraltro i manifesti: oggi ero a Masnago a seguire il Varese: per conto mio, ho sposato in pieno il percorso intrapreso da Gianfranco Fini da Fiuggi in poi».
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