“Mi avete tolto la poltrona, ma ridatemi l’onore”

Il manager cacciato dalla presidenza della casa di riposo perché passato con Fini chiede formalmente al comune le motivazioni della revoca. Accetta il benservito ma vuole un' attestazione del buon lavoro svolto

Gli hanno tolto la poltrona ma non vuole che gli sia tolto l’onore. Franco Liccati, ex presidente della casa di riposo Camelot di Gallarate, la cui nomina è stata revocata a dicembre, ha chiesto formalmente al comune le motivazioni del suo allontanamento. «Mi hanno detto che non seguivo le linee del comune – riferisce l’ex manager – ma io ho risanto i conti, ho aumentato gli ospiti, ho ridato entusiasmo ai diependenti. Non è giusto che agli atti rimanga una dichiarazione di negligenza, in questo modo mi è stata attribuita una gestione negativa, così ho deciso di presentare una istanza di riesame, e cioè un atto formale in cui chiedo di scrivere e per filo e per segno quali siano state le mancanze che hanno giustificato la mia rimozione».
Liccati è convinto che non gli si possa imputare nulla e si prepara a controdedurre ogni osservazione. Lo fa un po’ per puntiglio, un po’ per l’onore, già, perchè si arrivi un giorni a dire che è stato cacciato, ma per motivi politici superiori, e non perchè ha sbagliato qualcosa.
Liccati sta naturalmente anche valutando se fare ricorso al tar contro il benservito e se non avrà soddisfazione, certamente agirà con gli avvocati. Intendiamoci, il manager, 42 anni, titolare di una società che organizza eventi fieristici, non viene da Marte. Era stato nominato, un anno fa, perchè esponente della corrente del Pdl vicina alla ex An di Luca Ferrazzi. Oggi si dichiara finiano. In altri termini, ha la tessera sbagliata e per questo è stato cacciato. Inoltre, sembra che non obbedisse più al partito. Ai giornalisti ha già dichiarato di non aver voluto nominare un direttore generale proveniente da Turbigo. Il suo ricorso sarebbe una piccola grana. Già il sindaco Mucci ha dovuto lasciare la carica per la nomina alla Asl di Sondrio. C’è poi anche un altro dubbio che agita la nuova amministrazione, ovvero il sospetto di incompatibilità del nuovo presidente della casa di riposo Paolo Caravati, che secondo alcune interpretazioni della legge non potrebbe fare il capo di una partecipata per tre anni, visto che è stato assessore e vicesindaco. Il segretario comunale ha escluso questa circostanza ma, insomma, meglio non rischiare. E’ in questo quadro che Liccati lancia il suo appello: «Dicano che ho fatto bene alla 3sg e che la casa di ricorso con me è migliorata. Mi basta una dichiarazione alla stampa, e rinuncerò a ogni ricorso».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Gennaio 2011
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