Pattoni prende tempo, ma la Pro Patria è nei guai
Cattiva accoglienza per il nuovo "patron": per ora niente soldi. Qualche settimana per controllare "i conti reali, non quelli annunciati". Il portiere Anania: "Chiacchiere". E mister Novelli tiene buona la tifoseria
Notizie non buone dall’incontro pomeridiano allo stadio Speroni fra il nuovo amministratore unico dell’Aurora Pro Patria, Massimo Pattoni, la dirigenza e la squadra. Niente soldi e clima che resta decisamente poco chiaro. Se già prima dell’incontro mister Novelli era teso e preoccupato, alluscita dall’incontro c’era un gran scuotere di teste e facce perplesse. Il confronto è stato parecchio animato, sembra soprattutto per la mancanza di garanzie minime a chi da mesi (ben sei per alcuni dei giocatori in rosa) sopporta una situazione assurda. Fuori, la tifoseria raccolta oltre i cancelli: «Fateci entrare che lo cacciamo come Tonellotto», hanno urlato con altre frasi meno ripetibili. Tra i giocatori l’unico a parlare è stato Luca Anania: «Chiacchiere, tutte chiacchiere come al solito», ha commentato laconico.
Nessuna dichiarazione ufficiale, se non quella affidata all’addetto stampa della società: «La società oggi si è impegnata a risolvere singolarmente e in modo opportuno le varie situazioni». Il nuovo "patron" non ha parlato dopo l’incontro, ma è stato descritto come "amareggiato per quanto riguarda il suo ingresso in società". Forse non si aspettava un’accoglienza di questo tipo, tra il gelido e il rovente: "Serve tempo per verificare i conti reali, non quelli paventati". E questo è quanto, anche se l’ultima frase è una sassata.
I tifosi, quelli più giovani e focosi, ma anche tanti pensionati, sono stati calmati dall’allenatore Raffaele Novelli. Le sue parole ai tifosi, chiare, esemplari, hanno evitato il peggio: «Non ci ammazziamo da soli. Lasciamo passare questi personaggi, non diamo alibi di sorta. Come tifosi state facendo un grande lavoro: non create difficoltà in questo momento. Lì dentro si è parlato, e si è parlato forte; non ci possono dare soldi; ma la dignità non ce la può togliere nessuno. Dignità e cultura: questa città le ha. Ora facciamoli passare, nell’indifferenza». L’appello, sia pure a malincuore, è stato compreso e accolto.
Il direttore sportivo Carlo Regalia è perplesso e preoccupato: «La società l’hanno presa – ha detto -. Ora si meravigliano della diffidenza. Vogliono verificare, perchè gli sono state dette delle cose che non quadrano», la sua sintesi. Pattoni avrebbe detto nel corso dell’incontro che dietro di lui c’è una immobiliare con sede a Parigi: nomi di persone non se ne sarebbero stati fatti. Per una ventina di giorni la situazione dovrebbe restare congelata: «Vogliono rendersi conto della situazione». La vera e propria presa in carico della società dovrebbe avvenire dal 15 febbraio, a mercato ampiamente finito, come anche la pazienza di giocatori, dirigenti e tifosi: «Qui c’è il problema di vivere – ricorda Regalia -. Loro possono anche avere tutta la buona fede di questo mondo, ma questa è la realtà».
E mentre Pattoni se ne va, proprio uno dei tifosi più anziani lancia la provicazione: «Allora, quali attaccanti ci porta per vincere il campionato?»
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