Un giovane su cinque non studia e non lavora
Un quadro statistico dello stato del lavoro in Italia presentato dal dossier 2010 dell'Istat. Due milioni di giovani sono fuori dal circuito formativo e lavorativo
Le riflessioni sullo stato del lavoro, e il racconto diretto delle esperienze lavorative è bene che vengano inserite in un quadro preciso di dati e statistiche. Quelli nudi e crudi sono forniti dall’Istat che ha appena diffuso il dossier “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”. Alla voce lavoro, il quadro italiano chge ne emerge è quello raccontato da questi dati.
In Italia è occupato il 57,5 per cento della popolazione nella fascia di età 15-64 anni. Le donne occupate sono il 46,4 per cento, gli uomini il 68,6. Il tasso di occupazione nel 2009 è diminuito di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008 dopo un lungo periodo di crescita.
Il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni è pari al 35,7 per cento e, in controtendenza con quanto avviene per l’occupazione nel suo complesso, in aumento rispetto al 2008.
I giovani sono da sempre una categoria tra le più vulnerabili nell’ambito del mercato del lavoro. Nel 2009 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è pari al 25,4 per cento, in aumento di oltre quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente e superiore a quello medio dell’Unione (19,8 per cento).
Un datro che va accostato al quello della quota di giovani che nel 2009 ha interrotto precocemente gli studi, che è, infatti, pari al 19,2 per cento e al dato più preoccupante: nel 2009, in Italia poco più di due milioni di giovani (il 21,2 per cento della popolazione tra i 15 ed i 29 anni) risulta fuori dal circuito formativo o lavorativo.
Per una panoramica sulla tipologia dei contratti di lavoro basta dire che il 12,5 per cento dei dipendenti ha un contratto a termine. Nel 2009 la flessione del lavoro a termine (-171 mila persone) assorbe quasi la metà della caduta occupazionale complessiva, segno della debolezza di chi vive il precariato. La quota di occupati a tempo parziale è pari al 14,3 per cento, più elevata tra le donne (27,9 per cento) che tra gli uomini (5,1 per cento).
Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e i 64 anni è pari a 37,6 per cento, valore tra i più elevati d’Europa. Particolarmente elevata l’inattività femminile (48,9 per cento).
Nel 2009 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,8 per cento, aumentando per il secondo anno consecutivo, ma rimanendo inferiore a quello dell’Ue27 (8,9 per cento).
La disoccupazione di lunga durata (che perdura cioè da oltre 12 mesi) riguarda il 44,4 dei disoccupati nazionali.
La quota di unità di lavoro irregolari è pari all’11,9 per cento. Nel Mezzogiorno può essere considerato irregolare quasi un lavoratore su cinque; nell’agricoltura circa uno su quattro.
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