A Leggiuno, tra chi sogna Bologna e chi recita Verlaine

Un pomeriggio tra parrucchieri timidi, fornaie sognatrici e signore col pallino dei libri. «Qui c'è tutto, ma Santa Caterina non la sentiamo più nostra»

laura giani leggiuno«Vorrei che in paese ci fosse un po’ del clima che si respira a Bologna, il mio sogno». Sarà innamorata della città dei cento portici Laura, 23 anni, che sta dietro al bancone della pasticceria Giani nella piazzetta di Leggiuno? Oppure a Bologna vorrebbe davvero trasferirsi? La differenza tra questo paese sulle rive del Verbano, dove tra un mese si vota, e il capoluogo emiliano, non è lontanamente contemplabile. Ma il pensiero di Laura riesce a dare l’impressione immediata di come una giovanissima consideri la vita qui, oscillante tra un paradiso d’acqua e di verde, e la voglia di evasione. Le domande sono le stesse, per tutti gli intervistati da Varesenews che racconta i paesi del voto: piace il comune? cosa va bene, cosa non va, cosa si vorrebbe in più.
«È un posto tranquillo, e si sta bene – continua a raccontare Laura Giani che assieme ai suoi gestisce da sempre la panetteria nella piazzetta del paese. Non c’è confusione come altrove, è ordinato. Ma per i giovani è una faccenda diversa». «Di cose che non vanno non ne vedo, solo…ecco le coincidenze per la stazione: a volte non combaciano gli orari dei pullman con le partenze dei treni, ma per il resto mi trovo bene – dice. E poi il fatto che qui sanno tutto di tutti, a volte è un po’ stancante». 

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C’è vento a Leggiuno, vento forte, che scompiglia il ciuffo di Franco (foto), appena uscito dal barbiereleggiuno aprile 2011 “Alex” alias Alessandro Monaco, anch’egli con bottega che dà sulla piazza Marconi. Alessandro forse per timidezza non vuol farsi immortalare ma, da buon barbiere, racconta: «Abito qui vicino, ma vivo il paese più intensamente di molti residenti: è un posto bellissimo, tranquillo, si lavora bene, non c’è il traffico delle città e la gente non si porta dietro lo stress». La mano procede col ritocco di un baffo («niente foto, mi raccomando» e al cliente: «…lei stia immobile, altrimenti il labbro lo vedo male…») poi via con lo shampoo al signor Andrea: «Sì, qualcosa che non va c’è – dice, mentre comincia il massaggio ai capelli – : è l’acqua. Leggiuno è un paese che pesca l’acqua potabile dal lago. A volte quel che esce dai rubinetti non mi piace, talvolta ha un colore che rasenta l’arancione. Sa, col mio lavoro è un po’ un problema». Il signor Andrea, cliente fidato, annuisce proprio mentre chiede la riga.

maria rosa lancini costantiniFuori aspetta in agguato il signor Franco, quello del ciuffo al vento. Parla della moglie, che deve assolutamente presentarci. Poi sparisce, ma riappare accompagnato dalla consorte in farmacia, dove i proprietari, fratello e sorella, non si sentono di sbilanciarsi sulla vita di Leggiuno («sa, abbiamo un ruolo in paese, non vorremmo dire qualcosa di troppo»). In quel momento infatti entra, con occhiali da sole e marito al seguito (ciuffo in ordine) Maria Rosa Lancini Costantini, 64 anni (nella foto). Domanda: signora, come si vive a Leggiuno? «Non so, io mi occupo di libri, poesie. Paul Verlaine lo conosce?». Tra una ricetta e un’aspirina si riesce a recitare “Blessent mon cœur/ D’une langueur/ Monotone – Feriscono il mio cuore/ Con monotono/ Languore”; ma la parola d’ordine che diede il là allo sbarco in Normandia, non la turba più di tanto. Può rispondere a qualche domanda? «Venga con me», dice, lasciando il marito in farmacia.

Dall’altra parte della strada, di fianco al comune, c’è il suo regno, la biblioteca. Qui, assieme a giovanni ceruttiGabriella Brunella (67 anni) e Giovanni Cerutti  (71 anni, foto qui a destra), che si occupano di prestiti e lasciti di libri incontrando decine di persone la settimana, incomincia l’interrogatorio su Leggiuno.
Si sta bene? «Si – rispondono all’unisono – si sta bene è un posto molto bello». E cosa manca? «Manca la cultura – dice la signora Lancini, autrice di libri – intesa non solo come fine a se stessa, ma anche come cultura del territorio. Inoltre manca coesione tra le frazioni, vedi Cellina, Arolo, Reno: sono “lontane” tra loro». Tutti e tre, Lancini, Brunella e Cerutti parlano della rete idrica: «Occorre migliorarla, assolutamente occorre rifare le tubature perchè a volte rimaniamo senz’acqua».
Un’ultima domanda: l’eremo di Santa Caterina, come lo vivete?
Cerutti: «Siamo stati fortunati che la gestione sia passata alla Provincia così da evitare speculazioni e incuria»
Lancini: «Non ci vado quasi mai»
Brunella: «Una volta era nostra. La “nostra” Santa Caterina, oggi non lo è più».

La pagina dello speciale elezioni 2011 di Leggiuno

La pagina Facebook di Leggiuno al voto

Così il voto a Leggiuno nel 2006

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Pubblicato il 13 Aprile 2011
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