Traguardo raggiunto: Varese alle finali Scudetto

Il pari in casa del Chievo (0-0) fa esplodere la gioia biancorossa. Mangia: «Non succederà più»

Obiettivo centrato. Al Varese, per essere con sicurezza tra le prime due squadre del girone B, bastava il pari contro il Chievo e il punto necessario è arrivato: la gara del “Tre Stelle” di Desenzano del Garda si chiude sullo 0-0 e, al fischio finale, è festa grande per i biancorossi che esultano per il matematico approdo tra le magnifiche 8 che si giocheranno lo Scudetto Primavera.
Al fischio d’inizio i padroni di casa scendono in campo con un 5-3-2 in cui gli esterni Shehu e Fodor sono chiamati a sdoppiarsi nelle due fasi, mentre a centrocampo è capitan Pinares il fulcro della manovra clivense; dalla parte opposta Mangia, che recupera Marchi e riporta in ala sinistra Lazaar, schiera le inedite coppie Barberis-Capriolo a centrocampo e Romanini-Gaeta in attacco. Varese in campo in maglia rossa, Chievo in classico giallo: il più sfortunato, considerando i quasi 30°, è Micai, in completo nero.

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Chievo-Varese (primavera)PRIMO TEMPO – La prima frazione di gioco, come tutta la gara, resta sempre in equilibrio: il Chievo è attento dietro e prova a colpire lanciando i rapidi Tonani e Kirilov; il Varese, perfettamente bilanciato, chiude gli spazi e prova a costruire palla a terra, affidandosi alle geometrie di Barberis che sposta con precisione il gioco da destra e sinistra. La prima delle rare occasioni da gol capita ai biancorossi, ed è clamorosa (9′): Romanini mette dentro da destra, rasoterra, trovando Gaeta sul limite dell’area piccola, decentrato a sinistra; il centravanti colpisce a botta sicura ma Coletta gli dice di no con una parata a dir poco straordinaria (nella foto di Valeria Pisano). La risposta dei clivensi è il pretenzioso tiro da centrocampo di Pinares, che permette a Micai di sgranchirsi i muscoli raccogliendo la sfera in presa alta (14′). L’unico ulteriore sussulto della prima frazione arriva al 27′, quando Shehu crossa dalla trequarti di destra per Kirilov che, ben piazzato, colpisce di testa concludendo però centrale.

SECONDO TEMPO – La ripresa conferma la tendenza della prima frazione: le squadre sono corte e attente, gli spazi sono pochi e il caldo fiacca l’atletismo dei 22 in campo. Da sottolineare due puntuali interventi difensivi in fila di Bianchetti: al 19′ Kirilov riesce a saltare Samba e sfondare in area, ma il numero 6 piomba come un falco e mette in angolo; al 22′ Micai respinge il tiro teso dalla distanza di Pinares ed è ancora il capitano biancorosso a passare l’aspirapolvere, evitando la possibile ribattuta degli attaccanti di casa. Il Varese si preoccupa di mantenersi equilibrato e non offende, nonostante l’inserimento di forze fresche in attacco (Maio prima, Pavanello poi). L’ultimo episodio degno di cronaca arriva al 33′ e sarebbe lavoro per esperti moviolisti: Pinares calcia in porta dalla bandierina di destra, Micai cerca la palla nel mucchio e la trova, dopo un paio di tentativi di deviazione da parte dei veneti, proprio sulla riga; qualche giocatore del Chievo protesta (comunque non animatamente) ma il direttore di gara – anche se impallato da una ventina di gambe almeno – sostiene con sicurezza che la sfera non ha varcato la linea. La gara di fatto finisce qui e, al triplice fischio dell’arbitro, si alza un boato dalla panchina del Varese che sfoga tutta la gioia per l’obiettivo raggiunto, con Devis Mangia che ringrazia abbracciando i suoi giocatori (nella foto di Fabrizio Riboni).

Negli spogliatoi del “Tre Stelle” la festa continua tra cori e gavettoni. Devis Mangia è il principale bersaglio e al taccuino si presenta quindi rinfrescato, svelando le parole dette ai suoi giocatori: «Ai ragazzi ho detto che di partite belle, quest’anno, ne abbiamo fatte tante e che oggi sono particolarmente felice per la loro applicazione: siamo rimasti sempre equilibrati e abbiamo lottato senza mai mollare nemmeno un centimetro. Adesso che siamo sicuri di essere tra le migliori due del girone saremo mentalmente più liberi rispetto alle ultime settimane: sfrutteremo gli ultimi due turni per far rifiatare qualcuno e anche per dare spazio a chi ha sempre lavorato bene ma magari è rimasto un po’ chiuso da altri compagni durante la stagione». Quali sono le caratteristiche che vi hanno portato fin qui? «Entusiasmo, sacrificio, voglia di non mollare mai… Anche umiltà, comunque con la giusta dose di ambizione e voglia di rivincita – prosegue il tecnico -. Questi ragazzi sono straordinari e si meritano questo successo». Gli fa eco capitan Bianchetti (nella foto di Fabrizio Riboni) che, al termine della gara d’andata a Brescia, aveva tracciato la rotta per arrivare a questo obiettivo: «Ci eravamo dati appuntamento ed eccoci qui. Abbiamo fatto un grande campionato e siamo qualificati alle finali, ma non ci accontentiamo: vogliamo comunque chiudere al primo posto il girone. Poi penseremo anche allo Scudetto. La nostra forza? Il gruppo, sempre unito. Oggi avevamo sei giocatori fuori ma c’è sempre qualcuno pronto e, quando chiamato in causa, ognuno di noi da sempre il massimo fino in fondo. Siamo contenti e molto orgogliosi: nessuno, a luglio, si aspettava potessimo arrivare qui».
All’appuntamento con la storia il Varese Primavera è quindi arrivato puntuale: «Abbiamo raggiunto un grandissimo obiettivo – conclude Devis Mangia -: magari in futuro accadrà ancora, ma con una programmazione diversa. Noi invece siamo partiti di fretta a luglio e ci siamo dovuti costruire nel tempo… per questo, voglio sbilanciarmi: non succederà più».

Chievo Verona-Varese 0-0 (0-0)

Chievo Verona (5-3-2): Coletta; Shehu (Montresor dal 25′ st), Djengoue, Pedrocchi, De Souza, Fodor; Gallo, Pinares, Burato (Hernandez dal 13′ st); Tonani (Vojtus dal 33′ st), Kirilov.
A disposizione: Serraiocco, Barichello, Chiarello, Solini. All. Nicolato.

Varese (4-4-2): Micai; Toninelli, Samba, Bianchetti, Marchi; Serrano, Capriolo (Bassi dal 3′ st), Barberis, Lazaar; Romanini (Maio dal 20′ st) , Gaeta (Pavanello dal 40′ st).
A disposizione: Belenzier, Krasniqi, Jadilson, Da Silva, Maio. All. Mangia.

Arbitro: Aversano di Treviso (Hager di Trieste e Toniato di Bassano del Grappa)

Ammoniti: Capriolo, Marchi (V).

Note – angoli: 5-1; fuorigioco: 6-0; tiri (in porta): 7 (4) – 6 (4); falli: 15-16; recupero: 1′ + 3′.

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Pubblicato il 09 Aprile 2011
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