Alessio Radaelli (Pdl): “Ha vinto il candidato migliore”
In una campagna elettorale fatta di sgambetti, falsità e colpi bassi, il candidato malnatese del Pdl si è distinto riconoscendo al rivale del Pd, Samuele Astuti, i meriti della vittoria
Qualcuno lo ha soprannominato «l’architetto camomilla». La verità è che Alessio Radaelli è sì un architetto, ma galantuomo. In una campagna elettorale fatta di sgambetti, falsità e colpi bassi, il candidato malnatese del Pdl si è distinto: ha alzato lo sguardo e con la schiena ben dritta ha vestito la politica di un nuovo senso, o meglio, del senso che aveva smarrito. Cedere l’onore delle armi all’avversario, riconoscendo la sconfitta, non è un comportamento a cui si è abituati, per lo meno in Italia, dove l’aggressione politica e la volgarità la fanno da padrone. «Samuele Astuti è una persona straordinaria e squisita e con quello che ha messo in campo non poteva che ottenere quel risultato. Ha vinto il migliore». Insomma, Radaelli non ha paura di dire certe cose perché è libero o «indipendente» come dice lui.
Tutti ora sono preoccupati delle dichiarazioni di voto al ballottaggio. Lui, no. «Sono un indipendente e quindi penso che siano i referenti del partito a dover decidere sulla questione. Ognuno deve giocare il proprio ruolo con serietà».
Non è facile commentare a caldo una sconfitta così netta, soprattutto quando il candidato ci ha messo la faccia, sapendo fin dall’inizio che la strada da percorrere era in salita e non solo per via degli avversari. La storia del Popolo della libertà malnatese, negli ultimi anni, è stata tormentata. Basti ricordare la scissione dell’ex sindaco Sandro Damiani, insofferente ai diktat di partito. E anche in questa tornata elettorale c’erano delle tensioni interne che proprio la candidatura di Radaelli ha stemperato. «In totale onestà mi aspettavo un risultato migliore – spiega il candidato – anche per il mio distacco dalla politica. Ho 67 anni, sono in pensione, e fino a due mesi fa non pensavo di candidarmi. Un giorno sono intervenuto molto candidamente in una riunione di partito per mettere pace su una questione e da lì è nata la mia candidatura. Ma fino a quel momento appoggiavo Bosetti, persona che stimo molto, ed è stato proprio lui che a un certo punto ha fatto un passo indietro, con grande senso di responsabilità».
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