Bardello, un paese lacerato da una strada
Giovedì 19 maggio, il Comitato spontaneo ha indetto una riunione invitando il sindaco, i consiglieri comunali, quelli provinciali e i rappresentanti dei comuni limitrofi
Giovedì sera, 19 maggio, ci riproveranno. Alle 21 si ritroveranno nel salone dell’oratorio e aspetteranno i capigruppo del Consiglio provinciale, i consiglieri comunali, il Sindaco. Una nuova assemblea pubblica per cercare il confronto e capire, far capire, ascoltare, farsi ascoltare. Il Comitato spontaneo di Bardello invoca, per l’ennesima volta, un’occasione dialettica.
In questo piccolo paese con pochi servizi , scarni collegamenti, adagiato in un tranquillo contesto naturale, dal 10 agosto scorso la vita è stravolta. La rivoluzione viabilistica ha segnato profondamente il territorio ma anche la sua popolazione: la tensione è palpabile e persino i rapporti famigliari sono messi a dura prova da un braccio di ferro sempre più aspro.
Giovedì sera, i cittadini del Comitato spontaneo attenderanno i capogruppo provinciali di Rifondazione, Lega Nord e Italia dei Valori, che hanno già dato la propria disponibilità. Aspetteranno, però, anche coloro che non si pronunciano: « Il più importante partito d’opposizione perché non si fa sentire? È perché c’è un loro rappresentante in giunta? Ma allora ci dicano chiaramente che siamo in errore…». Aspetteranno il PdL provinciale, i consiglieri di maggioranza e d’opposizione di Bardello ma anche i consiglieri dei comuni limitrofi: Biandronno o Bregano. Solo Armiraglio e Fulgenti di Bregano si sono schierati al loro fianco.
Ed è proprio il silenzio, quel silenzio in altri momenti così apprezzati in questa tranquilla comunità, oggi viene vissuto come un tradimento, tradimento da parte delle istituzioni, della politica.
Giovedì sera aspetteranno per chiedere alla Provincia di ritirare l’ordinanza provinciale che ha dato inizio a tutto, di mettere a punto il piano viabilistico sovracomunale, di realizzare la rotonda sul torrente Bardello. Aspetteranno i consiglieri comunali e il Sindaco per chiedere loro se un terzo dei cittadini ha diritto ad avere una risposta e a essere trattato con il rispetto da parte di chi è chiamato a governare nel nome e per conto. Chiederanno di riavere quel bene prezioso della tranquillità che è stato strappato loro.
Attenderanno, ancora, con la speranza che la parola “democrazia” abbia un senso, che il rispetto sia un valore reale, che i diritti vadano rispettati: « Se il Tar non dovesse darci ragione… non so cosa sarò capace di fare» dichiara un’anziana signora, una voce tra le tante di persone che non avrebbero mai pensato di arrivare fino a questo punto.
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