Chiedeva il pizzo a Varese, arrestato malavitoso

sarebbe il complice del ventenne arrestato ad aprile, con l’accusa di aver chiesto soldi sotto minaccia a un’azienda di servizi del centro

I carabinieri di Luino hanno fatto arrestare un siciliano di 44 anni, pregiudicato, che secondo le indagini svolte dai militari sarebbe il complice del ventenne arrestato ad aprile, con l’accusa di aver chiesto il pizzo a un’azienda di servizi del centro di Varese. L’uomo, 44 anni, si trova adesso in carcere a Monza colpito da un’ordinanza di custodia cautelare, richiesta e ottenuta dal pm Luca Petrucci, e notificata dal gip di Varese. F.D.M., queste le sue iniziali, secondo le accuse era l’uomo che il giovane estorsore chiamava “Zio”, facendo in questo modo intendere che si trattasse di un importante esponente della malavita organizzata. In realtà, i due estorsori avevano agito in proprio e cercando di millantare un’appartenenza che non avevano. Il loro atteggiamento e la messinscena li rendeva comunque pericolosi: il ventenne, quando si erano presentato la prima volta dall’imprenditore, aveva fatto un gesto mostrando una pistola; inoltre avevano raccontato che i soldi, 500 euro a botta, servivano per i detenuti delle famiglie in Calabria. L’imprenditore aveva raccontato tutto a un maresciallo dei carabinieri che aveva mobilitato la compagnia di Luino, con pedinamenti e altre attività di controllo. Il giovane era stato arrestato in flagranza di reato mentre usciva dall’ufficio dell’azienda, dopo un secondo incontro in cui aveva incassato 500 euro. Lo “Zio” invece è stato identificato e preso questa mattina; e mentre il giovane calabrese ha subito ammesso di aver chiesto il pizzo, il 44enne siciliano si proclama estraneo. Secondo i carabinieri di Luino si tratta di un fatto isolato e non della dimostrazione che Varese è invasa dal racket.

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Pubblicato il 24 Maggio 2011
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