Garibaldi “se ne fa un baffo” e va in Norvegia

Piero e Antonio Mastrorosa, padre e figlio, hanno partecipato al campionato mondiale di barbe e baffi. Il più giovane racconta a VareseNews come è nata questa passione per la non rasatura

Barbe e baffi da record si sono sfidati in Norvegia. 150 concorrenti da 15 paesi diversi si sono ritrovati al Prinsen Hotel di Trondheim in Norvegia per sfidarsi a colpi di peluria di varia foggia, dal look garibaldino alla barba stile imperiale. Tra i partecipanti c’erano anche due casciaghesi, Piero e Antonio Mastrorosa, padre e figlio, uniti dalla comune passione per barba e baffi. Piero ha vinto il bronzo nella categoria "natural goatee", mentre Antonio ha partecipato alla categoria Garibaldi (barba tonda, folta e non più lunga di 20cm).

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Barbe e baffi da record 4 di 21

È proprio quest’ultimo a raccontare a VareseNews come è nato questo strano e curioso passatempo: «Il fascino per la barba l’ho sempre avuto ma mai avrei pensato di partecipare un giorno a un Campionato del Mondo di Barbe e Baffi. Ho saputo di questa competizione per la prima volta nel 2007, quando un mio amico mi disse di aver letto della manifestazione su internet e mi fece vedere le fotografie – spiega Antonio (il secondo da sinistra nella foto) -. Non potendo partecipare all’edizione del 2009, perché si teneva in Alaska, ho aspettato fino al 2011 (i mondiali si tengono ogni due anni). Circa un anno fa ho iniziato a far crescere la barba per prepararmi alla gara, non sapendo ancora a quale categoria avrei preso parte. La settimana prima di partire mi sono deciso e mi sono iscritto nella categoria Garibaldi (barba tonda, folta e non più lunga di 20cm), sono andato ad affittare un vestito da garibaldino e, fatta la valigia, sono partito. Mio padre Piero (primo da sinistra nella foto sopra) mi ha accompagnato decidendo di prender parte pure lui alla competizione, nella categoria “pizzetto al naturale” e,  inaspettatamente, si è classificato terzo: unica medaglia della piccola spedizione italiana formata dal sottoscritto, mio padre, Bruno Panza (presidente del “Club Baffi e Barbe Fratelli Locatelli”), Alessandro Sicco, questi ultimi già medagliati in edizioni precedenti del mondiale».

Diciassette categorie, per un totale di oltre 150 concorrenti, che si sono sfidati nelle più disparate categorie, dal baffo alla Dalì alla barba alla Verdi, per culminare con il gran finale della barba Freestyle: «Il bello della manifestazione è l’assenza di competitività tra i concorrenti, c’è solo un grande spirito di appartenenza a una famiglia di barboni variamente assortita che si ritrovano ogni due anni, per divertirsi insieme cercando di stupire il prossimo con acconciature sempre più mirabolanti – racconta Antonio Mastrorosa -. I primi veri fan della manifestazione sono i partecipanti stessi, che non passano momento senza fotografare o farsi fotografare insieme al barbuto di turno, per un giorno intero ci si sente a casa e anzi imbarazzanti per la dimensione poco esagerata della propria barba. La medaglia del club più goliardico e simpatico è andata all’“Austin Facial Hair Club”, composto in prevalenza da giovani texani, il cui motto è “Don’t Shave” e la cui icona è un teschio con la barba che molti di loro si sono tatuati sul braccio. In tutto questo non manca chi realmente si emoziona salendo sul podio e chi non riesce proprio a trattenere le lacrime, incredulo per aver battuto il campione in carica. E alla fine, tutti insieme, come un unico storico club, abbiamo sfilato alla parata cittadina per l’indipendenza della Norvegia, tenutasi il 17 maggio per le strade della città, osannati da una folla di più di 20000 persone, con turisti che ci fermano per strada chiedendoci di farsi fotografare insieme a noi per la felicità ed incredulità senz’altro più nostra che loro. Dopo questi due giorni, torniamo a casa alla vita di sempre, ma ancora più convinti della scelta: “non raderti”».

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Pubblicato il 20 Maggio 2011
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