Giorgio Merletti: “Con Sistri, tempo ed energie buttate”
Secondo il presidente di Confartigianato Imprese Varese, prima di decidere il ministero dell’Ambiente avrebbe dovuto confrontarsi con imprese e associazioni di categoria
Il sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti non entrerà in vigore il 1° giugno. È una buona notizia, perché si riconosce alle imprese un ruolo sociale che non è venuto meno neppure di fronte alla crisi economica. Si riconosce ad esse – anche se con un certo ritardo – la consapevolezza nel saper gestire la quotidianità.
La “proroga” più importante l’ha ottenuta proprio Confartigianato Imprese, anche grazie ai continui interventi del suo segretario generale, Cesare Fumagalli. Al 1° dicembre 2011, infatti, è stato fissato il limite di entrata in vigore del Sistri per i produttori di rifiuti che occupano da 10 a 49 dipendenti e per i trasportatori autorizzati a trasporti annui sino a 3.000 tonnellate.
Ricordiamo, poi, che il rinvio dell’entrata in vigore di Sistri è stato dettato dai problemi rilevati in fase di valutazione – il famoso Click Day – del sistema elettronico. In quel fatidico 11 maggio, Confartigianato ha ricevuto 16.620 segnalazioni da parte delle imprese. Di queste, 14.934 – pari al 90% – hanno lamentato malfunzionamenti di diversa natura. Soprattutto lentezza e inaffidabilità da parte del sistema.
Con il Click Day, il Governo si è dovuto ricredere. Sistri arriva dunque alla sua terza proroga. Un girotondo di rinvii che, presumibilmente, si sarebbero potuti evitare se si fossero ascoltati, con coscienza e attenzione, associazioni di categoria e imprenditori: che per il sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti hanno speso tempo, risorse ed energie. Ancora una volta si deve constatare quanto, da parte della classe politica, sia mancata una visione di fondo dei problemi gestionali delle aziende. E manchi una visione dell’impresa: di oggi e di domani.
Dobbiamo riconoscere che la crisi ha creato panico ovunque. Le tensioni che vive l’Italia sono già tante e per uscire dalla crisi il Paese dovrà correre. E’ per questo che tra imprese e Governo ci auguriamo possa nascere un “asse” per le future strategie. La collaborazione non è un concetto unilaterale e il potere lo si deve mettere al servizio di tutte le parti in causa. Con grande senso di responsabilità.
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