Guenzani: “La Lega ha gettato discredito sull’ospedale”

All'incontro del Pd sulla sanità si parla di temi concreti, ma anche della guerra tra PdL e Lega che tocca il Sant'Antonio Abate. "Serve più attenzione ai servizi socio-sanitari del Comune"

Una sanità a misura di cittadino: questo il tema di un incontro pubblico organizzato dal Partito Democratico di Gallarate mercoledì sera. Un tema trattato con il coinvolgimento degli operatori sanitari (non pochi quelli presenti in sala) e senza slogan, quasi in opposizione alla guerra tra Lega e PdL scatenata intorno all’ospedale cittadino (nella foto) e sul mondo della sanità . «Al di là delle parole (arriveranno 40 milioni? Lo sa Giovanna Bianchi che esistono già, per Gallarate, fondi per 6 milioni di euro bloccati a Roma da Tremonti?), la Lega ha di fatto gettato discredito sul nostro ospedale» dice Edoardo Guenzani, ricordando che il Sant’Antonio Abate «non è solo una struttura, ci lavorano ogni giorno persone stimate e competenti. La Bianchi ha gettato ombre sulla qualità del servizio quando ci sono evidenti eccellenze, mettendo in difficoltà bravi medici di fronte ai pazienti».

Al di là della condanna per la lotta politica condotta sul mondo sanitario, l’incontro ha concentrato l’attenzione sulle strategie complessive per affrontare le esigenze crescenti. «Il sistema sanitario lombardo offre di sé un’immagine di grande efficienza – esordisce Alessandro Alfieri, consigliere regionale PD e membro della commissione sanità – ma sono esistite ed esistono alcune criticità. Un esempio? La carta regionale dei servizi: un’innovazione, certo, ma è costata in 10 anni 1,5 miliardi di euro. Ai medici di base serve fino a un certo punto e pochissimi cittadini hanno il lettore per poterla usare». Altro problema rilevato dall’esponente PD «sono i fondi destinati alla sanità, che assommano a ben 17 miliardi di euro (su 23 del bilancio regionale complessivo), ma sono totalmente sbilanciati sugli ospedali (che tendono a specializzarsi diminuendo però i tempi di ricovero) mentre alla dimensione sociosanitaria e sociale più legata al territorio rimangono le briciole. Se a questo aggiungiamo i tagli con cui questo governo sta affondando i fondi per la famiglia e per la non-autosufficienza, diventa evidente la sfida che ci si prospetta davanti: la costruzione di un welfare locale». Ovvero, un sistema di strutture intermedie in grado di prestare assistenza a situazioni come le patologie minori, i postricoveri, i malati ‘sub-acuti’ non ancora in grado di essere curati dalle famiglie, le situazioni di cronicità legate all’invecchiamento della popolazione. Cosa che può essere affrontata «a partire da un maggiore coinvolgimento degli enti e degli amministratori locali nelle decisioni che riguardano la sanità, decisioni che hanno una grande ricaduta a livello locale». Anche per «elevare la qualità delle persone ed evitare, ad ogni livello, la comparsa di legami clientelari», dice Alfieri rispondendo allo «sconforto e alla preoccupazione» di un medico in sala che lamenta «lo scollamento fra amministrazione delle aziende ospedaliere e amministrazione comunale». Amministrazione comunale che per l’assistenza sociosanitaria può fare molto: «il comune di Gallarate, secondo l’amministrazione, ha una spesa sociale molto alta» afferma Angelo Senaldi, consigliere comunale del PD oggi ricandidato. Ma, prosegue, «non c’è una vera progettualità; gli interventi sono parcellizzati, manca un’idea della funzione dell’intervento pubblico nella sfera sociale: tutto questo limita l’intervento del comune all’elargizione di fondi senza controlli». Senaldi lamenta la mancanza, ad esempio, della cosiddetta anagrafe dei bisogni: «in comune è stato installato un costoso programma per poterla realizzare. Ma il database è vuoto: in definitiva, non si sa dove sono le vere esigenze, dove finiscono le spese, se queste abbiano efficacia». Secondo Senaldi occorre una maggiore compartecipazione pubblico-privato, soprattutto con le realtà socialmente orientate; occorre spostare le attività dall’erogazione diretta di sostegni alla fornitura di servizi come l’assistenza domiciliare in modo da farsi realmente carico della difficoltà delle famiglie. Il comune deve sviluppare una rete di protezione: ma, fa notare Stefania Passerini, funzionario ai servizi sociali del comune di Casorate e candidata PD per il Consiglio Comunale, «oramai il comune da solo non ce la fa più. Senza il sistematico apporto di volontariato e associazioni saremmo al collasso, proprio in un periodo in cui dobbiamo trovare nuove modalità per aiutare persone che non si sono mai trovate in difficoltà, e ora soffrono a causa della crisi». In questo senso vanno le nostre proposte, afferma il candidato sindaco Edoardo Guenzani: «concentriamoci sui servizi alla persona. Stanno diminuendo le risorse a disposizione: questo non deve comportare una minore qualità dei servizi. Per aiutare chi ha bisogno potremmo rinunciare a qualche ‘grande evento’, che crea solo immagine, mentre a noi interessa la reale qualità della vita. Occorre un censimento dei bisogni che ci permetta di concentrare gli interventi dove servono davvero. Bisogna praticare seriamente la sussidiarietà, e dare un reale appoggio al terzo settore». Conclude Guenzani dicendo che «mentre altri si stanno occupando di andare a caccia di voti spostando l’attenzione su problemi che non sono quelli dei cittadini, la nostra coalizione riflette sulle questioni che davvero toccano la vita delle persone; questa purtroppo è il tenore del dibattito: noi confidiamo che gli elettori sceglieranno in base a programmi e e contenuti», riservandosi infine di lanciare un’ultima stilettata: «sorrido davanti alla Lega che si proclama dura e pura, quando, ad esempio, molti degli obbrobri che a Gallarate sono stati costruiti negli ultimi anni sono stati approvati con la Lega in maggioranza». Rimane il tempo per l’augurio, espresso da Carmelo Lauricella, responsabile cittadino del PD per la sanità, di proseguire l’esperienza e di mantenere i contatti fra la politica e gli operatori del settore.

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Pubblicato il 12 Maggio 2011
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