Il balcone di casa (altrui)
Torna la pessima abitudine di ornare il balcone di Palazzo Estense con la bandiera della squadra di chi vince lo scudetto (se ha dei tifosi tra i politici cittadini). Un modo di fare che non ci stanchiamo di denunciare
«Loro rifanno lo stesso Governo, noi rifacciamo lo stesso titolo». Era l’occhiello utilizzato anni fa da un settimanale satirico (il titolo, volgarotto, lo risparmiamo) per contestare un rimpasto dell’esecutivo, fatto con le stesse persone che si erano dimesse pochi giorni prima.
Una frase che si può tranquillamente riutilizzare a Varese, dove è diventata consuetudine sfruttare il balcone del palazzo municipale per dare sfogo alle proprie pulsioni di tifo, meglio se non riguardano le squadre cittadine. E così, puntuale, alla vittoria di uno scudetto nel calcio segue l’esposizione della bandiera del club vincitore: stavolta come noto tocca al Milan, con l’assessore Grassia che porta da casa la sua bandiera e il sindaco Fontana che l’accompagna e lo aiuta – con fotografi al seguito per immortalare il momento (lo metteranno su Facebook???) – a stendere il vessillo.
Un’abitudine recente che ripropone in veste istituzionale quel che da anni accade nei bar di tutta Italia, tra sfottò e Gazzette, polemiche e bianchini all’ora dell’aperitivo.
Con un solo, piccolo, particolare: che il balcone di Palazzo Estense non è quello di casa dell’uno o dell’altro politico (anche la minoranza ha già partecipato all’allegro sventolio) ma quello dell’intera città. E che non andrebbe usato per mettere in piazza il proprio tifo calcistico, soprattutto in un momento in cui anche la politica viene vissuta come una sterile contrapposizione di fattori, dove troppo spesso conta chi fa più baccano, come nelle curve di uno stadio.
Senza dimenticare la ciliegina: quando a vincere il campionato è stato il Varese qualcuno decise di esporre comunque un vessillo (visto che tale onore toccato al calcio milanese mai era stato concesso per le formazioni cittadine). Ebbene, in quell’occasione fu esposta la bandiera sbagliata, non quella del club biancorosso ma quella di un gruppo di tifosi organizzati. E oggi, come allora, la domanda è: perché non si comprano una casa con il balcone?
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