La Lega non sceglie, ma guarda a Guenzani
"Nessun accordo con i due sfidanti". Ma in centro c'è ancora un cartello contro Massimo Bossi e i militanti si muovono. Intanto gli alleati di Libertà per Gallarate dichiarano l'appoggio al candidato del centrosinistra
Cosa farà la Lega Nord al ballottaggio di Gallarate? È la domanda che si pongono in molti in città e non solo in città, su chi sceglierà tra il candidato del centrodestra Massimo Bossi e quello del centrosinistra e della lista civica Edoardo Guenzani. Il carroccio si è mosso con grandissima prudenza, ha valutato rapidamente gli appelli del PdL («non potete lasciare la città alla sinistra») e con più attenzione ha guardato al confronto con Edoardo Guenzani e la sua alleanza. La Lega avrebbe valutato l’apparentamento (cioè l’appoggio esplicito) con Guenzani della lista "Gallarate onesta", la civica verde che ha preso il 2%. L’accordo formale alla fine non c’è stato: «Non ci sono elementi per l’apparentamento, né con il PdL nè con il Pd» taglia corto il segretario cittadino Giorgio Caielli. Intanto però il carroccio ha dato anche in queste ultime ore segnali importanti, dall’attivismo di alcuni militanti e dirigenti locali (evidentemente tollerato dai vertici) all’esposizione, anche dopo le elezioni in cui ha preso il 22%, davanti al Lega Point in centro città, del cartello – già usato nelle settimane scorse – che ribadisce che votare il candidato del PdL Massimo Bossi equivale a sostenere l’avversario più osteggiato di questi anni, Nino Caianiello. Più vicini al centrosinistra? «Non credo, credo che ci sia al massimo una spinta verso il cambiamento. Ognuno di noi farà la sua valutazione».
Intanto gli alleati che sostenevano Giovanna Bianchi, i finiani di Libertà per Gallarate, hanno annunciato l‘appoggio esplicito a Edoardo Guenzani: «Non c’è apparentamento, non è una alleanza organica – spiega il coordinatore Franco Liccati – ma il sostegno ad un candidato sindaco che ha un programma molto simile al nostro». La "base" della lista civica di centrodestra non solo condivide, ma ha spinto perché si andasse verso il sostegno a Guenzani.
In casa Lega, fuori da Gallarate, l’equilibratissimo e prudente segretario nazionale Giancarlo Giorgetti, da Varese, chiude con una dichiarazione dal sapore neutralista, ma con un fondo di ambiguità: «Se fossi di Gallarate, saprei cosa fare». Aggiungendo, rispetto ad una campagna elettorale arroventata soprattutto tra Lega e PdL, che «si è già detto abbastanza». Ma sulla decisione pesa anche l’atteggiamento del senatur, ancora tentato dall’appoggio al PdL.
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