Le disuguaglianze di reddito generano la crisi
Crisi e ripresa, le analisi dei «guru» intervenuti alla nona Giornata dell'economia alle Ville Ponti di Varese
Le imprese che vogliono uscire dalla crisi devono innovare, gestire la transizione e quindi cambiare per affrontare i nuovi tempi. I «guru» intervenuti alla nona edizione della Giornata dell’economia insistono su questi tre passaggi. «Siamo in una fase pionieristica – dice Maria Grazia Mattei, direttore di "Meet the Media Guru" – e la digitalizzazione è un processo inarrestabile nel mondo produttivo e sociale. Per affrontarlo occorrono flessibilità, curiosità, ascolto, generosità e crescita culturale».
Il cambiamento in atto non è solo tecnologico. Si va verso un’evoluzione di sistema che coinvolge tutti gli attori (economici, sociali e politici) dove le rendite di posizione non hanno futuro. «Seguo start-up innovative che in poco tempo sono diventate multinazionali, imprese che in un anno crescono del 200 % grazie a un cambiamento di visione- racconta Emil Abirashid , direttore di"Innov’azione" (foto a sinistra) -. In Italia nascono incubatori d’impresa privati dove imprenditori finanziano altri imprenditori. Fino a cinque anni fa non esisteva nulla di tutto questo».
Il sistema è quindi cambiato, ma il rapporto tra controllori e controllati è rimasto quello di un tempo a tutte le latitudini. «I regolatori – spiega Federico Fubini, giornalista del "Corriere della Sera" – guadagnano molto meno dei regolati. Ecco perché i guardiani vogliono diventare controllati e per diventarlo si rendono compiacenti verso chi dovrebbero sorvegliare. In questo il sistema italiano e quello americano sono molto simili. Così si spiega la difficoltà di regolare il mercato».
I dati mostrati dal giornalista rivelano una forte polarizzazione dei redditi: la forbice tra i ricchi e poveri si allarga sempre di più e il «ceto medio rimane schiacciato in mezzo». L’Italia, nella classifica delle diseguaglianze economiche, non è messa molto bene: è al quinto posto, ben lontana dalle posizioni dei paesi appartenenti alla zona euro. Per non parlare della Cina dove l’1% della popolazione controlla il 45% dei depositi bancari. Una situazione che ricalca quella degli Stati Uniti. «Il sistema bancario cinese – spiega Fubini – è fragile. Se questa élite decidesse di portar fuori dal Paese le proprie risorse, lo metterebbe in grave difficoltà». Ci sono nella società maggioranze sempre più insoddisfatte politicamente e minoranze sempre più ricche. Una situazione di disuguaglianza che crea indebitamento e fa esplodere le crisi, com’è avvenuto nel caso dei subprime.
«La ripresa c’è ed è effettiva – conclude Fubini -. Però deve essere chiaro che noi viviamo una crescita con una camera ad ossigeno. La sfida per tutti è mantenere questa ripresa anche quando le banche centrali toglieranno la liquidità».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
flyman su Ilaria Salis candidata alle europee con Alleanza Verdi Sinistra nel collegio NordOvest
Alberto Gelosia su Ilaria Salis candidata alle europee con Alleanza Verdi Sinistra nel collegio NordOvest
lenny54 su I no vax sono tornati a colpire in provincia: imbrattati i muri della redazione di Varesenews
malauros su I no vax sono tornati a colpire in provincia: imbrattati i muri della redazione di Varesenews
Felice su I no vax sono tornati a colpire in provincia: imbrattati i muri della redazione di Varesenews
PaoloFilterfree su A Varese Salvini prova a ricucire passato e futuro della Lega, ma Bossi non c'è
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.