Minacce dopo i post “politici” su Facebook

Benedetto Predazzi, semplice cittadino, avrebbe ricevuto lettere anonime e subìto danneggiamenti. "Facevano riferimento ai miei post, da oggi mi sottraggo alla diatriba politica sul web

Le discussioni e i post su Facebook hanno infastidito qualcuno e lui si è trovato l’auto danneggiata e delle lettere minatorie. Benedetto Predazzi – «privato cittadino, non candidato» – ha deciso di desistere: «Dopo l’ennesima lettera di minacce giuntami a domicilio, per accontentare e tranquillizzare la mia famiglia che ci tiene alla mia incolumità, da oggi mi sottraggo dalla diatriba politica-web sulle prossime elezioni a Gallarate». Le minacce non mi fanno alcuna paura ma se il livello dello scontro è questo, sinceramente, non ne vale la pena (manco fossi candidato…)». Non ha sollevato la questione davanti alla stampa, ma ha voluto usare proprio lo strumento di Facebook. Ai suoi post sul social network fanno riferimento le persone che da un mese circa – sostiene lui – lo stanno perseguitando e che avrebbero persino rigato in più occasioni anche la vernice dell’automobile. Lui collega le minacce alle sue critiche politiche fatte a chi è al potere, pur non avendo – ammette – elementi specifici se non il riferimento che ci sarebbe nelle lettere ai suoi post su Facebook: «Solitamente chi non tollera la satira (anche pesante come ammetto essere stata la mia) è perché ha la coda di paglia, o, come dicono i cattolici, la "coscienza sporca". Spero di cuore tuttavia che nessuna delle entità politiche locali in questione sia realmente e direttamente coinvolta, anche perché manifestazioni simili sono, oltre che reato, di una tristezza ed ignoranza disarmanti. Spero solo sia stato qualche giovane, incosciente sostenitore fuori di testa e un po’ esaltato, e anche se fosse così non sarebbe comunque un granchè come consolazione».
L’episodio dice di un livello dello scontro che è cresciuto ed è decisamente sopra le righe. E anzi su Facebook le denunce di Predazzi hanno infiammato ulteriormente il dibattito. A Predazzi – che come detto non è collegato a nessun partito politico – è giunta anche la solidarietà di Alessandro Petrone: «Esprimo la mia solidarietà a Benedetto Predazzi per le riferite minacce ricevute in quanto cose del genere non devono succedere», ha detto l’ex capogruppo del PdL, che ha denunciato a sua volta una aggressione verbale e fisica da parte di militanti leghisti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Maggio 2011
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