Polizia, tra lotta alle mafie e impegno educativo
Grande presenza di cittadini alla festa della Polizia. Il ministro Roberto Maroni magnifica il "modello Varese" e anche la tessera del tifoso: "Se si tollera la violenza negli stadi, si estende anche fuori"
Caccia ai malviventi, ma anche messaggi positivi ed educazione alla legalità. È il messaggio risuonato nei giardini di Palazzo Estense per la festa della polizia, dove è intervenuto anche il ministro Roberto Maroni, a fianco del capo della polizia prefetto Manganelli. «L’impegno positivo per la legalità sta dando risultati importanti» ha detto Maroni, ricordando in particolare il lavoro educativo con i giovani, «soprattutto nelle zone dove la presenza della criminalità è più pervasiva e nuoce al vivere civile». Il contrasto alle mafie – di cui il governo si è fatto portabandiera e che è stato ovviamente messo in evidenza – passa anche dall’impegno educativo e non solo da quello repressivo costruito giorno per giorno anche a Varese. In questo, anche la festa "di popolo" che si vede ogni anno nei giardini di Palazzo Estense ha un suo valore, con l’afflusso di centinaia di persone intervenute per vedere da vicino i mezzi e le dotazioni della Polizia di Stato, dai mezzi aerei alla ormai celebre (e unica) Lamborghini, agli strumenti sofisticati della Scientifica.
Maroni ha toccato anche il tema della violenza negli stadi: «è in diminuzione, diminuiscono i feriti tra i tifosi, diminuiscono i feriti tra le forze dell’ordine. Non sono diminuiti gli spettatori, questo grazie alla tessera del tifoso». L’attenzione al fenomeno rimane però alta, per evitare che si trasformi in motore di altra violenza: «Lo sport non è secondario per la sicurezza – ha insistito il ministro .- qui si forma la cultura dei giovani: se tolleriamo la violenza negli stadi, non possiamo lamentarci se la stessa si estende ad altri settori della vita civile».
Ma di fronte ad un approccio spesso orientato solo ai fenomeni criminali, Maroni ha ricordato anche il valore del "modello Varese", di gestione della sicurezza in senso lato, comprendente anche il soccorso, la sicurezza stradale, la prevenzione. Significativo, in questo, la spermentazione del nuovo numero unico 112, che coordina tutti i soggetti. Modello da esportare, con la revisione di una legislazione «che fa riferimento ancora a leggi del 1981». Per il resto, portano risultati concreti «l’affiatamento e la leale collaborazione tra le 5 forze di polizia e tra forze di polizia e magistrati inquirenti».
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