“Proteggere” il cantiere dai rischi elettrici: come fare
E' entrato nell'argomento più specificamente il corso sul rischio elettrico nei cantieri organizzato dall'ordine degli architetti. A parlarne Matteo Parolin, del Comitato paritetico territoriale prevenzione infortuni
Cavi danneggiati, prese difettose, protezioni mancanti, umidità, pioggia, ambienti bagnati, questi e altri elementi sono stati analizzati nel corso del seminario “Il rischio elettrico nei cantieri” rivolto ai coordinatori della sicurezza, che si è svolto oggi nella casa dell’Ordine degli Architetti varesino. Matteo Parolin, del Comitato paritetico territoriale prevenzione infortuni (Ctp) Varese, ha illustrato e approfondito tutti i concetti e le regole di base per garantire la sicurezza nei cantieri anche riguardo questo particolare aspetto dell’attività.
I rischi legati all’elettricità nei cantieri sono spesso sottovalutati ed è cruciale conoscere tutte le possibili fonti di pericolo che, nel comparto edile, sono numerose e variegate. Una parte molto consistente del corso ha esaminato i problemi legati all’impiantistica, ma particolare attenzione è stata dedicata ai rischi portati dall’ambiente esterno al cantiere, quelli cioè che provengono dalle aree circostanti (tralicci dell’alta tensione, per es.): individuarli ed eliminarli costituisce il nodo centrale dell’attività dei coordinatori della sicurezza.
Una norma basilare quanto spesso disattesa, poi, riguarda l’utilizzo di materiale elettrico in perfetto stato di manutenzione (quadri elettrici, attrezzature portatili e non, cavi, bobine, spine…) e la formazione del personale sia per quanto concerne gli aspetti della sicurezza che della prevenzione oltre che, fattore molto importante, sul corretto utilizzo e manutenzione degli impianti e attrezzature elettriche. Osservando queste semplici indicazioni gli infortuni si riducono sensibilmente, ma si abbattono totalmente eseguendo una sorta di lista di controllo per rilevare eventuali pericoli ed eliminarli: fili scoperti, assenza di salvavita (specialmente in caso di ristrutturazioni), attrezzature non adatte all’utilizzo nei cantieri (non idonee per l’uso in ambienti umidi, bagnati o in caso di pioggia) o non integre. Gli elementi in tensione devono essere dotati di protezioni e gli impianti del cantiere collegati da installatori autorizzati.
«Il comparto edile e, nella fattispecie, i cantieri temporanei e mobili – sottolinea il presidente dell’Ordine varesino, Laura Gianetti – hanno il triste primato della più alta incidenza di infortuni sul lavoro. Togliere la maglia nera al comparto contribuendo alla formazione di una cultura della prevenzione e della sicurezza che permei tutti gli addetti, dai vertici fino al gradino più basso, è l’obiettivo di questi corsi. Prevenire è meglio che curare, soprattutto quando il successo di un’iniziativa si calcola in termini di vite umane».
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