Ristorni: la Lega non si ferma, pronta un’altra mozione
Dopo le parole di Tremonti a Bruxelles il partito di Bignasca minaccia azioni forti: anche un referendum contro i crediti per l'Expo
Le parole di Tremonti a Bruxelles fanno surriscaldare il clima al confine. La Lega dei Ticinesi invoca oggi "azioni forti contro l’Italia" dopo quelle che definisce "le ennesime esternazioni anti-Svizzera e anti-Ticino" del ministro italiano dell’economia. Come prima cosa il partito di Bignasca torna a chiedere il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri proprio mentre Berna boccia una richiesta presentata in precedenza dall’allora consigliere Norman Gobbi. "La Lega dei Ticinesi ha già pronta una mozione al proposito, che verrà pubblicata sulla prossima edizione del Mattino della domenica. Il gruppo parlamentare della Lega dei Ticinesi la sottoporrà a tutti i deputati in Gran Consiglio di ogni forza politica: vedremo chi sottoscriverà e chi, invece, si rifiuterà di farlo, e ne trarremo le conseguenze del caso. Da rilevare che la mozione è tempestiva in quanto il versamento dei ristorni di pertinenza dell’anno 2010 è previsto per fine giugno 2011".
Ma voler trattenere i soldi dei frontalieri è solo il primo passo. "La Lega – prosegue la nota del partito – si riserva di farsi promotrice anche di altre azioni più incisive, a partire dall’organizzazione di blocchi in dogana. Le domande di gestori patrimoniali italiani volte a poter esercitare la professione in Ticino, attualmente al vaglio del Consiglio di Stato, vanno respinte integralmente e senza nemmeno entrare in materia". Bignasca tocca poi l’Expo 2015 che definisce, "fallimentare esposizione della fallita Italia, un bidone annunciato. Non sarà l’Italia ad escludere la Svizzera da Expo 2015, sarà la Svizzera a non andarci, in barba alla patetica adesione fornita in anticipo dalla solita Calmy-Rey, La Lega dei Ticinesi è pronta a lanciare il referendum contro ogni credito, cantonale o comunale, che dovesse venire votato in relazione della partecipazione della Svizzera alla fallimentare esposizione (la quale, con buona probabilità, probabilmente non vedrà nemmeno la luce)". "Il Consiglio federale continua a dimostrare nullità politica, totale incapacità di difendere la piazza finanziaria elvetica e la Svizzera in generale da vergognosi attacchi esterni, e completo disinteresse per il problemi del Canton Ticino. I Plr Merz prima e Schneider Ammann poi, la Ppd Leuthard e Widmer Schlumpf (che peraltro siede in Consiglio federale senza alcuna legittimità politica) continuano a prodursi in un desolante spettacolo di inadeguatezza, di passività e di colpevole silenzio che non può essere tollerato oltre".
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