Sacconago e Borsano, due facce della periferia

Con la Casa della Salute e il nuovo mercato si cerca il rilancio del quartiere più periferico di Busto. Ma la zona di piazza Noè deve ancora far fronte al degrado e alla mancanza di servizi

Per ragioni geografiche, prima ancora che politiche o sociologiche, Sacconago e Borsano sono forse i due rioni di Busto Arsizio che hanno conservato l’aspetto più simile a quello di un tempo. Anche troppo, secondo i residenti: a Sacconago la piazza della “Gésa Vègia” è ancora circondata da edifici cadenti, alcuni in corso di ristrutturazione, altri abbandonati al degrado. “Devono essere demoliti o restaurati – commenta Elena Carnaghi, che gestisce una tabaccheria – anche per stimolare i commercianti ad aprire nuovi negozi. Purtroppo la piazza è stata lasciata a se stessa e anche l’oratorio, donato al Comune, è abbandonato da quasi due anni. Diciamo che Sacconago viene un po’ lasciata da parte, si fa tanto per il centro e quasi nulla per la periferia”. Dal punto di vista della sicurezza, però, la situazione sembra migliorata: “Da quando ci sono le telecamere la zona è decisamente più tranquilla” continua la negoziante. Pareri concordi anche da altri residenti del quartiere: “A parte qualche isolato episodio di vandalismo – dice Silvia – il quartiere è pienamente sotto controllo, e anche ben servito. L’unico problema sono le strade che, per dirla in poche parole, fanno schifo: nemmeno le elezioni sono bastate a fare qualcosa per migliorarle”. Risolte o quasi le problematiche legate alla criminalità, resta l’assenza di punti di riferimento a impedire alla zona di ripopolarsi. Un circolo vizioso che Alessandra Colombo sintetizza così: “La gente non prova nemmeno a venire da queste parti perché sa che non ci sono negozi, e quindi anche i pochi aperti rimangono senza clientela e sono costretti a chiudere. Ci mancano un panettiere, una macelleria, i servizi più elementari: è una zona morta, per chi non ha la macchina è un vero problema. Il centro del quartiere è completamente da rifare, e non mi posso certo fidare delle promesse elettorali, che svaniscono subito dopo il voto…”.

Anche a Borsano non mancano i problemi legati al degrado urbano: al centro del quartiere è ancora ben visibile, tra l’altro, la ferita aperta nel dicembre del 2009 dall’esplosione della palazzina di via San Pietro. Qualcosa, però, si sta muovendo: l’ex municipio, da anni ridotto a un rudere, sta per essere trasformato nella Casa della Salute, e dal 25 marzo il quartiere ha anche un nuovo mercato, ogni venerdì mattina nella zona del “Campone”. Il giudizio di Pierangelo Colombo, da molti considerato una sorta di “portavoce” del quartiere visto anche il suo ruolo di consigliere dell’Ascom, è positivo: “Vivo qui da trent’anni – spiega il fiorista – e posso dire che il quartiere negli ultimi tempi è migliorato parecchio: la riapertura della piazza e i diversi lavori in corso stanno sortendo il loro effetto. È vero che la periferia è stata trascurata per molto tempo, oggi però siamo una zona vitale, abbiamo bar, pizzerie, centri di aggregazione. Vorrei che il verde fosse un po’ più curato e la viabilità riorganizzata, ma non si può pretendere troppo”. Non tutti i pareri, però, sono così lusinghieri: “Bisogna buttare giù tutto e rifarlo da capo” dice categorica una passante, mentre un’altra residente nel quartiere se la prende con la viabilità: “Le strade sono piene di buche e quando nevica è un disastro, alla prima gomma forata scatteranno le denunce”. Quello che proprio non va giù a nessuno è il problema di piazza Toselli: tra gli abitanti del quartiere e il nuovo volto della piazza, inaugurata e pedonalizzata nel 2004, non è mai scattato il feeling. E neppure l’intervento di abbellimento effettuato nei giorni scorsi, quando la vecchia fontana è stata sostituita da aiuole fiorite, sembra aver migliorato le cose: “Era meglio metterci della lattuga – ironizza Fabio, della tabaccheria in piazza – almeno avremmo avuto qualcosa da mangiare in pausa pranzo. Dall’acqua stagnante siamo passati a piante destinate a seccarsi, non mi sembra un gran cambiamento. Comunque non è certo la manutenzione a mancare: i problemi sono sempre gli stessi, secolari. L’apertura al traffico, almeno per i mezzi di soccorso, ha migliorato un po’ le cose, ma quando un’idea nasce male non basta fare dei piccoli interventi per sistemarla”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Maggio 2011
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