Un’elezione che cambia tutto
Il centrodestra intorno al PdL subisce una batosta: mister preferenze è Quintino Magarò, Aldo Simeoni perde metà del suo consenso. Lega primo partito, finiani sotto il 5%. Clamoroso il risultato della civica di Guenzani, 8,87%, mentre nel Pd avanzano i giovani
Un vero testa a testa tra i candidati sindaco, ma con molte sorprese anche nelle liste collegate. Lo scenario che emerge a Gallarate è una mezza rivoluzione, con Lega e centrosinistra che avanzano (nel primo caso più che nel secondo) e un centrodestra guidato dal PdL che arretra pesantemente. Le forze di opposizione superano il 61% dei voti complessivamente.
Massimo Bossi porta a casa il 33,54% dei consensi, le sue liste il 35,73%: un risultato clamoroso, se si considera che nel 2006 il centrodestra (togliendo la Lega e aggiungendo invece la Destra) ero intorno al 60% dei voti. Il PdL – promotore direttamente di diverse liste d’appoggio – incassa il 19,40% e diventa il secondo partito cittadino, superato dal carroccio. Ottimo il risultato della lista Mucci (5,57%), grazie a candidati di peso, tra cui il più votato in assoluto, quel Quintino Magarò rientrato nelle file della maggioranza negli ultimissimi mesi prima del voto (358 i voti di preferenza, 10 in più di Aldo Simeoni, che vede dimezzati i consensi dal 2006). Nelle file del PdL comunque sono ben 12 i candidati che portano oltre 100 preferenze, con in testa Aldo Simeoni, Giuseppe De Bernardi Martignoni e l’arnatese Germano Dall’Igna. Buono anche il risultato della lista Bossi Sindaco, mentre la lista Rioni supera di poco il 2%, così come l’Udc: i centristi vedono più che dimezzati i consensi dal 2006 (avevano preso il 4.68), mentreil voto si concentra in gran parte sul professor Patrini (81 preferenze).
Giovanna Bianchi incassa il 30,58% dei voti, oltre due punti percentuali in più della somma delle tre liste che la sostenevano (28,42): la candidata del carroccio ha attratto voti probabilmente anche dal campo del centrodestra. La Lega Nord diventa il primo partito, con una progressione del 120% rispetto alle elezioni del 2006: da 9,72% a 21,98, senza contare il 2% della lista Gallarate onesta che raccoglieva molti simpatizzanti leghisti: nelle liste del carroccio secondo e terzo posto come preferenze per i consiglieri comunali uscenti Antonio Trecate e Matteo Ciampoli. Contenuto il risultato di Libertà per Gallarate: 4,32%, quando puntava almeno al 5%, risultato comunque notevole per una lista nuova (se si considera l’aspetto più "politico", i finiani portano a casa una bella parte del 7% di An alle elezioni 2006) . Luca Carabelli ottiene 169 preferenze.
Edoardo Guenzani arriva al 31,2%, equivalente al risultato delle liste che lo appoggiavano. Clamoroso il risultato della Lista civica Guenzani, che ottiene l’8,87. Importante la forza delle candidature: il vicepreside del liceo Sebastiano Nicosia è premiato con 141 voti, il dottor D’Ambrosio con 133 e a parte uno tutti i candidati portano almeno 10 voti (non scontato, considerando che i nomi che si potevano votare erano, complessivamente 400). Il Pd chiude al 15,45%, con un arretramento rispetto al 2006 che si spiega comunque con la scommessa incentrata sul lancio della Civica: i 3 più votati sono il segretario Giovanni Pignataro (215 voti), Angelo Senaldi e Carmelo Lauricella, ma portano tanti voti anche i giovani Jacopo Marrocco e Luca Ingoglia. Limitato invece il risultato di Sinistra Ecologia e Libertà, che rischia di non eleggere nessun consigliere: 3,14%, con la consigliera comunale uscente Cinzia Colombo che ottiene 111 voti. L’IdV, nonostante il limitato radicamento in città, ottiene comunque il 2,78%.
Di fronte a tre grandi raggruppamenti che si dividono un terzo degli elettori a testa, i candidati sindaco non allineati pagano pesantemente: Andrea Buffoni si ferma all’1,93%, poco meno di Ennio Melandri (1,97), con un arretramento notevole della lista della sinistra radicale, che si riduce alla metà anche rispetto a Sinistra Ecologia e Libertà. Limitatissimo il risultato dei Pensionati, con lo 0.7%.
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