Una grigia campagna

Malgrado i tanti colori, il numero record di candidati sia per la carica di sindaco che di consigliere comunale, è la politica la grande assente dalla competizione elettorale

Negli ultimi vent’anni non si erano mai visti così tanti candidati sindaci. Dieci a Varese, otto a Busto Arsizio, sei a Gallarate, sette a Malnate. Solo per citare i comuni sopra i 15mila abitanti.
Una giungla di liste in appoggio agli stessi tanto da avere centinaia di "concorrenti" per pochi posti da consigliere comunale. Alcune di queste sono state messe in piedi in fretta e furia, tanto da non aver nemmeno completato il numero dei possibili candidati.
Si chiude una campagna elettorale che è lo specchio del paese in questo momento. Poche idee e ben confuse e, soprattutto, quel che conta è apparire. In molti casi, avere stampate le proprie facce sui manifesti è tutto, e poi pazienza se non si capisca bene quali siano le proposte. 
Presentarsi alle elezioni richiede passione politica, amore per la propria città, spirito di servizio, visione, progetti. Amministrare un comune, soprattutto di medie dimensioni, richiede poi competenze, conoscenze, studio, analisi. Dobbiamo dire con franchezza che in diversi casi di tutto questo si è visto ben poco.
La politica la si può leggere anche a partire dal linguaggio, dalle parole usate. Una volta ci si scagliava (in parte giustamente) contro il "politichese" perché era un parlarsi tra addetti ai lavori. Oggi abbiamo mandato in soffitta questa pratica, ma in compenso dilagano i luoghi comuni e la sagra delle banalità.
In questa campagna elettorale è mancata la politica, quella che deve dare gli indirizzi per guidare le città da qui al prossimo decennio. Questo non tanto per i maggiori schieramenti, quanto per i nuovi candidati di neo nati partiti o movimenti. Da loro ci si sarebbero aspettatate maggiori proposte, magari anche un po’ visionarie, e invece è stata la sagra dell’ovvio. Manca il coraggio di guardare avanti e di sfidare la "vecchia politica", tanto che a risultare dei giganti restano diversi esponenti della "prima Repubblica". Loro sono bravi e determinati, mon è un buon segno perché guardare all’indietro, a parte nel saper far tesoro delle esperienze,  serve sempre a poco.
I "laboratori", come è stato indicato il voto a Gallarate, sono la prova per sistemare altro rispetto al futuro di quella città. Il duro scontro tra Lega e Pdl, dove sono intervenuti tutti i big del Carroccio, non può essere confinato a quell’amministrazione e gli effetti si iniziano già  a vedere. Si faranno i conti, ma a pagarli si rischia siano sempre e solo i cittadini.
Tutto questo è figlio anche della presunta impossibilità di alternative, tanto da avere comuni amministrati ormai da vent’anni dagli stessi partiti.
Non è un bel quadro per la nostra provincia, anche se ci potrebbero essere delle sorprese e qualche novità interessante. Ora la parola passa agli elettori e l’augurio è che siano davvero in tanti ad andare alle urne.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Maggio 2011
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