Vuoi fare il netturbino? Solo se hai meno di 42 anni

La singolare clausola inserita nel bando di concorso dell'azienda multiservizi bustocca ha attirato le critiche della Cgil: «Chi già lavora in Agesp rischia di perdere il posto»

Se hai più di 42 anni non puoi lavorare in  Agesp igiene ambientale. E’ questa la clausola che l’azienda multiservizi del Comune di Busto Arsizio ha fissato per le nuove assunzioni. Secondo l’azienda, infatti, la mansione da svolgere non sarbbe adatta a dei "vecchietti" di ben 42 anni. Polemica la Cgil funzione pubblica che ha emanato un comunicato nel quale critica la decisione di Agesp e chiede alla società di innalzare il limite di età.
L’Agesp Spa, azienda che gestisce l’igiene ambientale per il Comune di Busto Arsizio, ha recentemente emanato un bando di concorso pubblico per operatori che, superata la selezione, otterranno un contratto valevole 18 mesi, con l’opzione di proroga o stabilizzazione a tempo indeterminato una volta scaduto il termine. Per la partecipazione, il bando fissa un limite d’età a 42 anni, motivato dall’azienda con il fatto che il lavoro è pesante e impegnativo dal punto di vista fisico. A oggi l’azienda garantisce il servizio attraverso lavoratori in somministrazione, privi del requisito dei 36 mesi di anzianità (clausola che avrebbe garantito la stabilizzazione), e che vedrebbero nella partecipazione al concorso l’unica opportunità per essere confermati. Tuttavia, la soglia dei 42 anni impedirà ad alcuni tra loro di partecipare alla selezione.

La Funzione pubblica CGIL, ha chiesto, in virtù del servizio prestato da questi lavoratori negli ultimi due anni, di dare l’opportunità anche a queste persone di partecipare al concorso visto che, fino ad oggi, hanno sempre garantito i turni e anche l’avvio di nuovi progetti sperimentali. Agesp s.p.a. è parsa tuttavia irremovibile sulla questione età, benché fino ad ora abbia utilizzato tranquillamente questi lavoratori, senza porre alcun vincolo anagrafico all’agenzia interinale che li reclutava. Ndil Cgil rileva, tra l’altro, come questa vicenda si inserisca coerentemente in un quadro provinciale dove la precarietà è in costante aumento. Nel 2010, dati dell’amministrazione provinciale, i contratti atipici hanno costituito circa l’80% degli avviamenti al lavoro e dei quali 600 iscritti a Nidil, circa la metà sono disoccupati, dato questo che ha visto un incremento di circa il 45% nell’ultimo anno.

Non sottovalutiamo quindi le motivazioni e le scelte aziendali, come rimarcato in fase negoziale, auspichiamo però che tali scelte tengano conto di quanto i lavoratori hanno fatto finora, evitando una concreta penalizzazione di coloro i quali hanno dimostrato per l’utilizzatore – AGESP – affidabilità, serietà e competenze. Invitiamo dunque l’amministrazione a volere rivedere un criterio iniquo e discriminante nei confronti proprio di quei lavoratori temporanei che già si trovano in una situazione di estrema fragilità, e che si vedrebbero così scippata l’opportunità di una prospettiva professionale meno incerta.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Maggio 2011
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