L’eBook è varesino: “L’ho inventato nel ’93”
Una tavoletta elettronica per leggere libri in formato floppy disk. L'idea era stata sviluppata dall'architetto Franco Crugnola e da sua moglie Isabella Rigamonti durante l'università
La vera innovazione sta nell’idea o in chi la rende reale? Mark Zuckerberg, nel film The Social Network, non ha dubbi: "Se voi foste gli inventori di Facebook – dice – avreste inventato Facebook". Qualcosa da tenere a mente nell’era di internet. E se Franco Crugnola e sua moglie Isabella Rigamonti avessero avuto internet avrebbero inventato l’eBook. Ma nel 1993, quando presentarono la tesi di laurea in disegno industriale sul libro elettronico, la situazione era diversa. «Non c’era la rete – spiega l’architetto varesino – c’erano i videogiochi, i floppy disk di cartone e dei grossi schermi dallo sfondo verdognolo. Non c’era l’interesse a sviluppare un prodotto come quello che avevamo realizzato in università». Quella che i due architetti portarono in commissione era una tavoletta dalla forma arrotondata, curata nei dettagli: un ampio schermo, dei pulsanti di comando sulla parte inferiore e lo spazio per un floppy disk o un cd-rom in testa. Insomma un ebook fatto e finito. «Si poteva tenere con una mano e anche ingrandire i caratteri, passare da una pagina all’altra, trasportare comodamente. Avevamo messo a punto anche un secondo schermo sottilissimo, molto simile a quello che oggi è l’iPad».
Curioso è inoltre il fatto che un’idea così grandiosa sia nata dalla quotidianità: «Fin dai tempi della scuola ho sempre odiato il fatto di dover portare in giro i libri. Lo trovavo un ingombro. E ho pensato a qualcosa che potesse risolvere questo problema. Così è nata l’idea del libro elettronico, ci siamo ispirati ai videogiochi e a quello che allora offriva la tecnologia. Nella mia testa immaginavo gli alunni che al posto di spostarsi con zaini pieni di libri potevano tenere soltanto una lavagnetta elettronica». Dopo la laurea il progetto non si è fermato: il potenziale era molto elevato. «Abbiamo vinto alcuni premi e abbiamo inviato le tavole anche alla Microsoft che in quel periodo si stava affermando come colosso dell’informatica. Ma non abbiamo avuto risposte. Probabilmente eravamo troppo avanti, o forse più semplicemente eravamo nel posto e nel momento sbagliato».
Da quella tesi di disegno industriale a oggi intanto Crugnola ha portato avanti diversi progetti legati alla sua creatività: «sono stato, con mia moglie, anche un disegnatore di orologi della Swatch e di alcuni grandi marchi del design italiano». Eppure, nonostante sugli eBook siano ora accesi i riflettori dei grandi produttori di tecnologia, Crugnola non rimpiange nulla, nemmeno il fatto di non aver protetto quel vecchio progetto: «Non penso che con un brevetto le cose sarebbero andate diversamente. Certo non sarei stato milionario. In ogni caso mi piace rendere pubblico il fatto che quell’idea ce l’abbiamo avuta io e mia moglie tanti anni fa. Purtroppo la tutela delle idee oggi non è una materia semplice. Basta una piccola modifica e il prodotto anche più originale diventa qualcosa diverso. L’ho provato in questi anni di lavoro nel campo del design. Chi ha le vere idee non sempre viene tutelato, i diritti sono pochi tanto meno i riconoscimenti economici».
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