“Il carcere di Busto è un luogo di tortura”

La denuncia dei Radicali dopo un'ispezione a sorpresa nella casa circondariale: struttura invivibile, carenza d'acqua, detenuti costretti in cella anche per 23 ore al giorno. "Amnistia o indulto le uniche soluzioni"

Il carcere di Busto Arsizio? "Un luogo di tortura e di illegalità messo in opera da uno stato fuorilegge". Non usa mezzi termini Valerio Federico, componente del Comitato di Radicali Italiani, dopo l’ispezione a sorpresa realizzata nella mattinata di lunedì 29 agosto alla casa circondariale di via per Cassano, insieme al deputato radicale Marco Beltrandi, a Sergio Besi (dell’associazione Luca Coscioni) e a Roberto Sartori in rappresentanza di Exodus, la fondazione creata da don Antonio Mazzi. "Non siamo noi a dirlo – continua Federico – ma la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e la stessa Costituzione italiana. Il carcere di Busto è il secondo in Italia per sofravvollamento, dopo quello di Lamezia Terme, e questo non soltanto aumenta il tasso di autolesionismo e suicidi, ma rende impossibile il recupero della persona, a scapito della sicurezza dei cittadini". L’ispezione, che rientra nell’ormai classico "giro" effettuato dai Radicali nelle carceri italiane per raccogliere dati statistici e testimoniane dei detenuti, ha sconcertato anche Marco Beltrandi: "Questa struttura ha più problemi della media nazionale, e non solo per l’affollamento, ma anche per altre ragioni: non ci sono spazi esterni, in media un detenuto passa appena 4 ore al giorno fuori dalla cella, e in alcuni casi, come per il reparto infermeria, scendiamo addirttura a un’ora. Questa situazione nega ai detenuti i più elementari diritti civili e umani, ma rende anche impraticabile la finalità costituzionale di reinserimento nella società: anzi, molti carcerati, dopo questa esperienza, sono terrorizzati da quello che potrà accadere loro quando usciranno. Non è solo una questione di etica e civiltà, ma anche di sicurezza, quella che una struttura così non garantisce".

I dati raccolti nel corso della visita e snocciolati da Sergio Besi impressionano: 424 i detenuti ospitati dalla struttura (167 la capienza prevista, poco meno di 300 quella massima tollerata), di cui addirittura il 70% sono stranieri e il 50% ancora in attesa di giudizio, mentre solo il 25% ha un lavoro. "In molti casi – spiega Besi – non è rispettata neppure la disponibilità di 3 metri quadrati calpestabili a persona, sancita dalla Corte dei Diritti dell’Uomo. Il personale del carcere è sotto organico di almeno 70-80 persone, per non parlare delle altre carenze: l’acqua è insufficiente e consente di farsi una doccia solo un giorno su due, anche in estate, il reparto disabili è pronto da almeno 5 anni e non è mai stato aperto, metal detector e apparecchi per le radiografie sono inutilizzati. E l’unico spazio dignitoso, il campo sportivo, verrà probabilmente eliminato per far posto all’ampliamento della struttura, peraltro ancora sulla carta". "Laddove non c’è rispetto della vita umana – aggiunge Roberto Sartori di Exodus – non ci può essere nemmeno finalità educativa: così il carcere diventa soltanto una scuola di violenza". La Fondazione ha anche consegnato al vicecomandante Antonio Coviello una serie di domande, riguardanti le condizioni della struttura (dalla salute all’igiene ambientale, dal lavoro al benessere psicofisico dei detenuti), a cui i responsabili del carcere sono chiamati a rispondere per iscritto.

La strada per uscire da questa situazione, secondo i Radicali, è già tracciata: "Amnistia e indulto sono le uniche risposte immediate – dice Marco Beltrandi – per quanto impopolari. Non è vero che creerebbero problemi di sicurezza: il tasso di recidiva di chi ha beneficiato dell’indulto è di molto inferiore a quello dei detentui che escono dopo aver scontato la pena. L’amnistia è anche l’unico modo per ridurre drasticamente il numero delle cause pendenti, ponendo le basi per una seria riforma della giustizia. Siamo riusciti, grazie anche alle iniziative non violente condotte in molte carceri italiane, a ottenere che il Parlamento si riunisca in una sessione dedicata all’emergenza carceri, ci auguriamo che finalmente la classe politica si faccia carico del problema". Già oggi, nel pomeriggio, è prevista una nuova ispezione, questa volta nel carcere di Como.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 29 Agosto 2011
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.