Montagna, polenta e salamelle aiutano a combattere la crisi

Al Campo dei Fiori, dal 7 al 15 agosto, va in scena la Festa della montagna. Un rito collettivo dove i protagonisti sono le famiglie, i bambini e gli anziani che si arrampicano sul monte. E con loro i mitici alpini

Gli alpini guardano il cielo, ma non si preoccupano. Al Campo dei Fiori le penne nere, con qualsiasi tempo, a Ferragosto ci saranno. Come ogni anno. Dalla loro polenta, pasta e fagioli (squisita) e salamelle salteranno fuori i soldi che poi devolveranno in beneficienza. Quasi ventimila euro, al netto delle spese e delle tasse, solo lo scorso anno. Soldi benedetti, in tempi di tagli e manovre economiche che fanno «grondare sangue dal cuore» degli italiani.
Silvio Botter (foto a lato), “il comandante” della Festa della montagna, cammina con il piglio di un ufficiale. Butta un occhio ai suoi uomini. Controlla le cucine e si assicura che tutto funzioni. «sacrificio, volontariato, solidarietà». Sono le tre parole che recita come una preghiera. «È la nostra natura – continua “il comandante” – . Questa festa ha più significati: c’è la solidarietà, il tempo messo a disposizione degli altri e il piacere di stare insieme in un contesto naturale splendido».
Il grande albergo in stile liberty, che regala una vista mozzafiato sui laghi, sembra ancora più bello, nonostante l’intonaco cada a pezzi e le antenne radio rendano il suo tetto irsuto come un istrice. Sono le penne nere a donargli questa seconda vita. E poi c’è la bellezza della montagna, così semplicemente forte e immanente, da far apparire splendida anche la più decadente delle opere umane.
Al Campo dei Fiori, per una settimana (dal 7 al 15 agosto), va in scena un rito collettivo dove i protagonisti sono le famiglie, i bambini e gli anziani che si arrampicano sul monte. E loro, gli alpini, si mescolano con discrezione a chi arriva in cerca di refrigerio, pace e ristoro. All’interno dell’hotel si possono ammirare quadri dedicati alle vette di casa, mentre gli stand propongono progetti dei vari gruppi alpini locali. Si raccolgono fondi per Haiti e per costruire una casa, quella di Luca, l’alpino ferito recentemente in Afghanistan. Servono 400 mila euro. Sono tanti, ma loro sono sicuri di farcela perché «la penna degli alpini scrive sempre solidarietà».
“Il comandante” osserva le truppe che servono ai tavoli, sparecchiano e cucinano. Ha una sola preoccupazione: il ricambio dei suoi uomini, messo in crisi dalla fine della leva obbligatoria, principale "fornitore" dell’Associazione nazionale alpini. Ma lui guarda con speranza i tanti amici presenti alla "Festa della montagna" che hanno sposato la filosofia e il pensiero delle penne nere: «Tutto per essere. Niente per apparire».
Anche Botter ha il suo sogno personale: vedere i militari della caserma Nato “Ugo Mara” di Solbiate Olona camminare al Campo dei Fiori e gustare un rancio insieme a loro. E visto che il nuovo comandante è un generale degli alpini, magari il desiderio si avvererà.

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Pubblicato il 13 Agosto 2011
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