Rapine e aggressioni, arrestato il capo della baby-gang

In manette il 18enne che in città ha compiuto in un mese tre rapine, dando anche istruzioni al resto del gruppo per le aggressioni. È inoltre responsabile del pugno dato al macchinista di un treno di Trenord

Al centro il capitano Giuseppe ReginaComandava una baby gang, dava istruzioni durante le rapine, diceva cosa fare, come circondare la vittima, quando colpire, fino ad agire personalmente, utilizzando come arma la cintura dei pantaloni. Su queste basi è stato arrestato un 18enne di Garbagnate Milnaese, di origine peruviana, responsabile di tre rapine accertate a Saronno e dell’aggressione a un macchinista di Trenord che si era rifiutato di farlo salire gratis su un treno.
Nei guai anche gli altri componenti della banda, quasi tutti minorenni e le cui identità sono in fase di accertamento. I fatti risalgono allo scorso giugno e le indagini per trovare l’identità del ragazzo sono state portate avanti dai carabinieri di Saronno, guidati dal capitano Giuseppe Regina insieme con il Nucleo operativo radiomobile, coordinati dalla procura di Busto Arsizio.

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I fatti ricostruiti dai carabinieri sono molteplici. Si comincia il 3 giugno, in piazza libertà a Saronno. Intorno alla mezzanotte e mezza un ragazzo di 23 anni passa vicino a un gruppo di giovani che stava giocando a pallone. Questi smettono di giocare e su ordini del 18enne, seguono il 23enne, lo circondano, lo spingono al muro, lo minacciano con un coltello. Viene più volte colpito alla testa con un tirapugni, mentre il capo della banda si sfila la cintura dei pantaloni e lo percuote. Fino a quando il 23enne consegna il cellulare e i pochi contanti che aveva con sè. Gli viene anche strappata la catenina che aveva al collo. Il gruppo di aggressori si disperde. Il ragazzo denuncia l’accaduto e viene medicato all’ospedale, con ferite giudicate guaribili in otto giorni. Questo episodio viene ripreso dalle telecamere di sicurezza del comune, immagini che saranno utili a confermare quanto accaduto.

Stesso schema l’11 giugno, in corso Italia, sempre in centro a Saronno. Intorno alle 22.30, due ragazzi tra cui il 18enne avvicinano due 17enni, uno di Ceriano Laghetto, l’altro di Gerenzano. Li minacciano e la situazione presto degenera, vengono picchiati e sono costretti a consegnare cellulare e soldi. Stessa sera, un’ora più tardi, si svolgono i fatti della stazione di piazza Cadorna, con il macchinista che viene aggredito, il treno soppresso.
Al pronto soccorso dell’ospedale di piazza Borella i due 17enni parlano con il macchinista e scoprono che gli aggressori erano gli stessi. Descrizione chiara soprattutto per il 18enne di origine peruviana: corporatura robusta, pelle olivastra, grossa felpa bianca e un grande medaglione appeso al collo. Il tutto,naturalmente, viene riferito ai carabinieri che avevano già avviato le indagini.

Il 23 giugno si verifica un’altra rapina, questa volta sul treno Saronno-Milano. Un 28enne stava inviando un messaggio con il proprio i-phone quando viene aggredito alle spalle da due ragazzi, preso a pugni e derubato del telefonino. Arrivato in stazione a Milano denuncia l’accaduto alla polizia ferroviaria. Dai carabinieri a Saronno fornisce la descrizione del 18enne peruviano, che viene identificato perché già responsabile di fatti analoghi nel 2009, allora minorenne.
I carabinieri predispongono delle foto da sottoporre alle vittime delle rapine. Il 18enne viene riconosciuto bene da tutte le vittime.
Lunedì scorso, dopo la conferma da parte della Procura, che identifica il ragazzo come capo della baby-gang, viene arrestato. L’abitazione di Garbagnate viene perquisita: vengono trovati diversi cellulari e anche un’arma artigianale costruita con una catena e tondini in acciaio. Arma mai usata nelle rapine saronnesi ma che, secondo i carabinieri, potrebbe essere stata utilizzata in altre rapine.

Per gli altri componenti della baby-gang sono in corso ulteriori accertamenti, dovrebbero essere quasi tutti minorenni e altri sviluppi potrebbero esserci nelle prossime ore. Intanto il ragazzo 18enne, figlio di due operai che da quasi un decennio sono in Italia con altri tre figli, si trova nel carcere di Busto Arsizio. Dovrà rispondere di accuse gravi come lesioni aggravate, rapina, interruzione di pubblico servizio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Agosto 2011
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