“Una colonna di fumo visibile fino a Gallarate”
Molto spavento ma nessun ferito e danni limitati per l'incendio che si è sviluppato nel bel mezzo della struttura dell'ospedale di Circolo. Malore per due vigili del fuoco, inaugurazione della centrale termorefrigerante ritardata
La colonna nera di fumo si è vista «fino al casello di Gallarate» (nella foto, la colonna da Azzate), come ricordano i vigili del fuoco. Ma l’incendio che si è sviluppato nella centrale termorefrigerante dell’impianto di cogenerazione del nuovo ospedale di Circolo di Varese si è rivelato, fortunatamente, molto meno drammatico di quanto le immagini sembravano promettere.
Le fiamme e il fumo, che si sono sviluppati intorno alle 14.40 del 29 agosto in un cantiere nel bel mezzo della struttura ospedaliera – a due passi dalla direzione amministrativa, dalla dermoatologia, dall’audiovestibologia, a pochi metri dal monoblocco e dalle finestre della cardiologia, nonchè davanti all’ex palazzina infettivi – Hanno davvero spaventato molte persone, e allarmato pressocchè tutta Varese ed oltre. Ma, fortunatamente, ha causato solo danni, e apparentemente meno gravi del previsto.
L’incendio è stato causato da una scintilla caduta su una struttura a fogli di Pvc, durante una saldatura proprio su una delle quattro torri di raffreddamento dell’impianto in costruzione. Il quale, essendo a forma di camino, come tale si è comportato: scaldando fortemente l’interno e portando in alto fumo e fiamme. Risultato: un malore per i primi due vigili del fuoco entrati nei locali, il notevole danneggiamento della torre e lo spavento planetario.
I danni però si sono limitati a questo: «Non ci sono state interruzioni nè di corrente nè di condizionamento, non sono stati evacuati pazienti, sono stati allontanati solo amministrativi» spiega il direttore sanitario Roberto Riva. E «Non c’è stato mai nessun rischio di esplosione, e in meno di un’ora dall’inizio del servizio avevamo già spento l’incendio» spiega Gennaro De Filippis, il funzionario dei vigili del fuoco di turno nella giornata di oggi.
Un lavoro tempestivo, grazie anche però all’enorme spiegamento di forze: otto mezzi in tutto, tra cui l’autoschiuma che ha spento praticamente le fiamme, oltre a due autobotti, due autoscale e due autopompe. Senza contare le due autoambulanze tenute in stand by nel caso emergesse la presenza di feriti. «Feriti, però, non ce ne sono stati, nemmeno tra i lavoratori dell’Europower, la ditta che stava lavorando nel cantiere, che non rientra nella nostra responsabilità» spiega la dirigenza dell’ospedale.
L’azienda gallaratese del gruppo Sofinter era al lavoro da tutta l’estate per rispettare la scadenza promessa, prevista tra pochi giorni: «Non dovremmo comunque ritardare di molto, perchè a prima vista il danneggiamento è limitato – spiega Ulderico Marciano, direttore lavori nel cantiere della Europower – Naturalmente, ora sarà necessario rivedere e rivalutare il materiale all’interno. Ma il fuoco si è sviluppato, di fatto, solo sul tetto» Non è da escludere, per questo incendio, un errore umano: «Apparentemente sembra una sottovalutazione delle operazioni, ma è tutto da valutare – conclude Marciano – Certamente, l’incendio si è potuto sviluppare solo perchè l’impianto non è ancora effettivamente in funzione: nella zona incendiata infatti, una volta in funzione, girerà continuamente acqua».
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