“Altro che privilegiati, il franco forte mi costa trecento euro al mese”
Buste paga "decurtate" e spese in franchi da pagare. La denuncia di Mario: «Nei servizi sui frontalieri si citano sempre stipendi da record, ma la realtà è diversa»
«Al rientro dalle vacanze siamo stati chiamati in ufficio dove la direzione, uno ad uno, ci ha comunicato che a causa del franco troppo alto i margini si sono assottigliati e che quindi il nostro stipendio doveva venire decurtato facendo riferimento al cambio di 0,720 anzichè 0,860 di quel periodo. Morale della favola più di 300 euro persi in busta paga». A raccontare è Mario, frontaliere di Malnate che da otto anni lavora come magazziniere in un’industria del Canton Ticino di medie dimensioni. Una situazione comune a quella di molti lavoratori che come lui, in questi mesi si sono visti "adeguare" la busta paga in base al tasso di cambio. «È vero – prosegue Mario – il valore del franco forte ha penalizzato soprattutto le aziende esportatrici. Ma il nostro lavoro è rimasto lo stesso, sia in termine di tempo che di mole e chi come me ha un mutuo in franchi svizzeri si è trovato la brutta sorpresa dello stipendio in euro e la rata in franchi. Vorrei che questo venisse raccontato, invece l’idea del frontaliere che emerge in tv da chi non conosce la nostra realtà è ben diversa».
In questi mesi la crisi, le pesanti campagne antistraniero, lo scudo fiscale e i contrasti tra la Lega dei Ticinesi e il ministro Giulio Tremonti hanno riportato di attualità i temi dei rapporti tra i due Stati: puntando i riflettori anche sui cinquantamila italiani che ogni giorno si spostano verso il Ticino per lavoro. «Diverse volte – conclude Mario – soprattutto in quest’ultimo periodo, mi è capitato di tornare a casa e ascoltare dei servizi alla televisione sui frontalieri italiani. Ma quella che ne emerge è un’immagine distorta, legata a una concezione decisamente superata. Parlano di frontalierato e prendono in esame nell’intervista un capo mastro muratore che guadagna 6000 franchi al mese, circa 4800 euro con il cambio attuale. Eppure la situazione media è ben diversa, non è corretto prendere in considerazione solo i lavoratori specializzati. Io lavoro nove ore al giorno per uno stupendio di circa 1.700 euro al mese. È uno stipendio un po’ più alto ma a fronte di una sfera di diritti più limitata di quella di cui gode un lavoratore italiano, non ci sono agevolazioni o straordinari. E se non si accettano le condizioni del datore di lavoro si resta a casa».
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