Canton proclamato segretario, malumori della base leghista

Il nuovo segretario provinciale non viene votato ed evita le contestazioni. Bossi lo abbraccia: "Volevo aria nuova". Ma un militante uscendo sbotta: "La peggiore giornata da quando sono nel partito"

“Ci voleva aria nuova, volevo sciogliere questo pasticcio in qualche modo, Canton è bravo”. Umberto Bossi chiude così il congresso provinciale di Varese, dove è andata in scena una competizione tra le correnti che ha creato, per la prima volta, una forte spaccatura nel movimento. La partita non è stata però risolta con un compromesso ma con una scelta netta del segreterio federale, che ha indicato Maurilio Canton, nonostante alla vigilia potesse contare, secondo alcune previsioni, solo sul 30% dei voti dei delegati leghisti. Rinnovamento dunque, e nessun grazie alla gestione di Stefano Candiani al quale non è stato concesso l’onore delle armi: “Mi hanno impedito di parlare e illustrare la mia relazione finale al congresso” spiega alla fine.

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Il congresso è stato molto teso. I giornalisti sono stati allontanati e tutto si è svolto a porte chiuse. Diversi delegati hanno contestato la votazione “bulgara” imposta per Canton, o meglio il fatto che dovesse essere indicato per acclamazione e senza scrivere il suo nome sulla scheda. Alcuni a più riprese hanno urlato “voto, voto”. I rumors che correvano nelle sale dell’Atahotel erano che i maroniani avrebbero scritto “Bossi” nella scheda, facendo così eleggere Canton ma con un dimezzamento di consensi. C’è stata una lunga trattativa e si è proceduto prima alla votazione del consiglio direttivo e poi a quella dei probiviri; infine, il presidente dell’assemblea Andrea Gibelli – senza votazione – ha annunciato che il segretario era Canton. Acclamato? Non è chiaro, alcuni dicono di sì, altri di no. Acclamato a metà. Diciamo.
In apertura di congresso alcuni delegati hanno esplicitato il loro dissenso dal palco. Un militante di Cassano Magnago, Arduino Verzaro, però minimizza: “Erano 47 quelli che fischiavano, soprattuto di Tradate e Gallarate, li abbiamo segnati uno a uno – dice – considerato che i delegati erano 300…direi che erano in minoranza”. Umberto Bossi ne ha contati ancora meno: “Erano due fascisti in terza fila…la tensione era stata organizzata” suggerisce ai giornalisti.

Ma c’è anche chi è deluso. All’uscita un delegato, il sindaco di Caronno varesino Mario De Micheli,  sbotta: “E’ il giorno più brutto da quando sono in Lega”. Inoltre una gran quantità di militanti in contrasto con quanto dichiarato da Bossi ai giornalisti afferma che c’è stata una contestazione maggioritaria alla mancanza della votazione.
 

Questi gli umori, insomma, ma per capire meglio che cosa sia accaduto bisogna guardare la fotografia di fine congresso. Umberto Bossi è arrivato alle 10 e 45. E’ però entrato in sala più tardi. Non ha assistito alla proclamazione, ma è tornato a dopo le 14. Con lui c’erano Rosi Mauro, il figlio Renzo, Marco Reguzzoni, Francesco Speroni, e dietro il consigliere regionale Giangi Longoni, i veri vincitori della giornata. Il capo abbraccia Canton, fa le foto di rito con il nuovo segretario provinciale che annuncia: “Lavoreremo per fare grande la Lega, chi mi chiama il tagliagole si dovrà ricredere”.
Maroni invece non ha parlato con i giornalisti ed è andato via. Il capo leghista fa le interviste in sala, poi sale al ristorante dove saluta gli anziani della classe 1934 che tengono un pranzo sociale. Francesco Speroni minimizza i contrasti nella Lega. “Non è filato tutto liscio – ammette – forse se andavamo al voto si sarebbe passati al ballottaggio, ma è normale nella Lega che accadano queste cose qua, il segretario spesso viene indicato dal capo”. Marco Reguzzoni risponde però con fermezza alle accuse di aver condizionato la scelta di Bossi: “Non è vero, non sono io che ho detto a Bossi di votare Canton, l’ha scelto lui e va l’ha fatto capire oggi, quando ha detto che voleva aria nuova”.

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Pubblicato il 09 Ottobre 2011
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