Caso Uva, in attesa del giudice Lucia attacca gli inquirenti

La sorella della vittima torna sulla vicenda, mentre la tv tiene alta l'attenzione in attesa dell'udienza di venerdì in cui va decisa la riesumazione del cadavere

Venerdì torna in aula il caso Uva, il giudice Orazio Muscato deve decidere sulla richiesta di riesumazione del cadavere e sui termini di proroga alla perizia che lo stesso tribunale aveva ordinato: vanno chiarite la natura delle macchie sui pantaloni di Uva e va effettuata una tac sui resti. Il caso tiene banco anche sulla stampa nazionale e sulle tv. La sorella della vittima, Lucia Uva, torna ad attaccare gli investigatori, con due lettere inviate ai giornali. Nella prima si rivolge al dottor Marco Motta, il medico legale che effettuò l’autopsia sul corpo del fratello e che escluse nettamente le botte. Lucia lo accusa di non essere stato tenero con il fratello durante il processo, ma ne critica anche le conclusioni.

Lucia Uva polemizza anche con il pm Agostino Abate: «Il Procuratore Generale di Milano ha scritto che il caso di Giuseppe Uva merita maggiore rispetto e maggiore considerazione – scrive –  come può il pm dottor Abate Agostino continuare a sostenere la sua posizione?» riferendosi alla nuova perizia ordinata dal giudice e al processo che ha individuato come causa della morte una somministrazione incauta di farmaci 

 Il caso ha suscitato la reazione indignata della scoietà civile.  Tornando al processo la polemica tra la parte civile e la procura è nota: il procuratore capo Maurizio Grigo ha scelto da tempo il silenzio. L’unica esternazione rimane quella di un anno fa, quando il capo dell’ufficio difese i pm Abate e Arduini, che si erano occupati della vicenda, ricordando che erano stati compiuti tutti gli atti doverosamente richiesti in quel frangente e  che un secondo fascicolo con le dichiarazioni di Alberto Biggiogero, il giovane che si trovava in caserma con Uva quella sera, è ancora aperto per accertare eventuali abusi. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Ottobre 2011
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