Chiara va al “monte dei pegni”
Vittoria "per distacco" di Elena Loewenthal nell'edizione 2011 del festival del racconto. Vince con 101 preferenze contro le 43 di Cavazzoni e Baroncelli
Una settimana nella sala d’attesa di un banco dei pegni per cercare di capire che cosa può provare chi passa di lì per vendere un pezzo della sua storia. L’idea è piaciuta (chissà se sarebbe piaciuta anche a Piero Chiara) e i duecento lettori della giuria popolare l’hanno premiata. Con 101 voti Elena Loewenthal ha vinto l’edizione 2011 del Premio Chiara con il suo “Una giornata al monte dei pegni” edito da Einaudi. Si è lasciata alle spalle Eugenio Baroncelli con “Mosche d’inverno” (Sellerio) ed Ermanno Cavazzoni con “Guida agli Animali fantastici” (Guanda).
Difficile raccontare tre libri dall’intreccio davvero originale: il primo, il vincitore, è come si diceva ambientato in un banco dei pegni. “Un luogo – ha detto Loewenthal, ricercatrice di Ebraistica e collaboratrice del Sole 24 Ore – che non pensavo esistesse più. Invece un giorno, ferma a un semaforo quasi per caso, mi sono trovata davanti questa insegna “ Ed è nata l’idea. Ha chiesto alla direttrice del banco di poter sostare nella sala d’attesa e lì ha raccolto le storie che poi ha solo utilizzato come spunto. Tutto il resto è pura invenzione. Compreso, ovviamente, gli oggetti che parlano in prima persona del loro destino.
Il secondo e il terzo classificato? Vogliamo parlare delle cicale che friniscono in continuazione “sorbendo” rugiada incuranti della crisi, o delle zecche che ci vedono come panetti di burro? Se siete curiosi andate a leggervi Ermanno Cavazzoni e il suo “Guida agli animali fantastici”.
Oppure parliamo di Eugenio Baroncelli, che si è inventato 271 storie di personaggi noti e meno noti “colti” nel momento del trapasso, della morte insomma. C’è persino chi decide di impiccarsi ad una corda dei panni ed è costretta ad oscillare per più secondi prima di soddisfare il proprio desiderio di morte. Insomma anche le “Mosche d’inverno” non è una raccolta di racconti “comune”.
Come non “comune” è stata la serata della premiazione. Con l’attore Umberto Ceriani che ha riproposto una lettura di alcune pagine dell’unico “giallo” scritto da Piero Chaira “I giovedì della signora Giulia” . E dieci minuti di video davvero spettacolari tratti dallo sceneggiato girato da Pietro Germi con un inedito Piero Chiara nei panni di un giudice in una scena girata nel Tribunale di Varese. Qualche domanda per conoscere meglio i tre finalisti da parte del giornalista Luigi Mascheroni, firma de “il Giornale” , oltre che docente di Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico alla Cattolica, poi i momenti di suspance con lo spoglio in diretta delle ultime schede. E la proclamazione di Loewenthal vincitrice, a grande acclamazione, del Premio Chiara 2011.
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