“Diventare artigiano è difficile quanto prendere una laurea”

Roberto Mazzonetto lavora il ferro. Parteciperà ad Art-Art, mostra dell’artigianato artistico varesino, che si terrà il 22 e 23 ottobre prossimo alle Ville Ponti di Varese

Ferro è sinonimo di forza, ma anche di pesantezza. Non per Roberto Mazzonetto, artigiano di Castiglione Olona, che lo ha alleggerito pensando di associarlo a quanto di più etereo c’è nell’immaginario collettivo: palloncini pieni d’aria. Il destino ha voluto che la ditta artigiana di cui parliamo si chiami Ferart e che Mazzonetto sia uno degli oltre 80 artigiani che parteciperanno ad Art-Art, mostra dell’artigianato artistico varesino, che si terrà il 22 e 23 ottobre prossimo alle Ville Ponti di Varese.
L’opera che presenterà sarà una vera sorpresa, perciò ne anticipiamo solo una parte per lasciare ai visitatori il gusto della scoperta finale che stupirà per dimensioni (7 metri di altezza) e ingegnosità del meccanismo (in quanto è un’opera in movimento).
«È un’idea nata qualche anno fa – dice Mazzonetto -. Ho fatto un regalo ad un amico per il suo matrimonio: un grande cuore, un cuoricione, in ferro con dei palloncini. Pensando che quest’anno era l’anniversario dell’unità d’Italia ho fatto una variazione sul tema, sperando che sia di augurio per risollevare questo Paese».
Alla Ferart non si realizzano pezzi in serie. Mazzonetto si definisce un «fabbro a 360 gradi». Sa fare tutto e non divide il lavoro artistico da quello quotidiano. «Noi siamo un’eccellenza artigiana e quando vengono i clienti in bottega hanno la possibilità di vedere opere uniche in fero battuto che magari non vengono vendute direttamente, ma la cui tecnica applico anche in quei lavori che servono nella quotidianità. L’importante è avere delle idee e di realizzarle con la nostra maestria».
Quella del fabbro è un’arte che un tempo si imparava osservando chi lavorava in officina. La scuola era un di più che serviva a mettere insieme quella poca teoria per vivere in un mondo organizzato. «Dentro il mio lavoro – continua Mazzonetto – c’è un grande bagaglio di esperienza, perché un artigiano non si fa in pochi anni. Io ho lavorato in bottega con mio padre. Lui mi diceva:  "vai a scuola e non preoccuparti che poi il mestiere te lo insegno io". Ho cominciato ad avere un po’ di sicurezza solo dopo dieci anni di lavoro. Direi che diventare artigiano è difficile quanto prendere una laurea».
A bottega ha imparato tutto quello che c’era da imparare, fino a quando un giorno alla Bi-Mu (fiera biennale dedicata alle macchien utensili) ha conosciuto il robot. «Io saldavo molti pezzi al giorno, uno per uno – racconta l’artigiano –. Il robot ne faceva altrettanti ma in minor tempo.Con me c’era il mio collaboratore, che poi è un amico di scuola, l’ho guardato e gli ho detto: “ora ti licenzio e compro il robot, ma solo se lo vedo salire su un ponteggio e guidare il camioncino”. Penso che un vero artigiano debba essere sempre avanti , conoscere la tecnologia, utilizzarla e quindi superarla».

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Pubblicato il 18 Ottobre 2011
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