E a Novara non si gioca

L’Asystel, per protesta contro la modifica al regolamento sulle straniere, decide di non disputare la partita interna contro Modena. Altra rivoluzione in vista nel campionato di serie A1?

Il campionato di serie A1 perde un altro pezzo: mentre Yamamay e MC-Carnaghi esordiscono con due brillanti vittorie, a Novara si consuma l’ennesimo capitolo del tragicomico “tutti contro tutti” che sta animando il mondo della pallavolo in questo inizio di stagione. Riassumiamo in breve la grottesca vicenda per chi se la fosse persa: in estate le società della massima serie si erano accordate per far sì che le squadre che si impegnavano a schierare sempre in sestetto 4 giocatrici italiane avessero poi campo libero sull’utilizzo delle giovani straniere (Under 22). La Federazione aveva apparentemente recepito questo indirizzo, salvo poi, ad appena una settimana dall’inizio del campionato, pubblicare una nuova versione del regolamento in cui della nuova norma non c’è più traccia, e per far giocare una Under 22 straniera ritorna obbligatorio averne in campo anche una italiana. Ovviamente, nel frattempo le squadre si erano regolate diversamente e l’Asystel Novara, che di straniere giovani ne ha ben tre (Nomikou, Malagurski e Veljkovic), si è rifiutata di stare al gioco: alla partita casalinga contro Modena si è presentata con le tre “fuorilegge”, che ovviamente non sono state iscritte a referto e dunque hanno reso impossibile l’incontro. Gli sviluppi della vicenda sono tutti da valutare: Novara minaccia il ritiro dal campionato e rischia naturalmente una penalizzazione, ma la gran parte delle altre società, almeno a parole, si sono schierate dalla sua parte. Vedremo se nelle prossime ore si accorderanno per un’azione concreta che spinga la Fipav a tornare sui suoi passi.

Nel frattempo, considerando che almeno fino a mercoledì resta pendente il ricorso di Forlì per l’ammissione alla A1, e che in ballo c’è pure la vicenda delle convocazioni per la World Cup (che potrebbero portare a una sostanziale modifica del calendario), di materiale per riflettere ce n’è d’avanzo. Una cosa è certa: Lega, Federazione e società, con quattro mesi di pausa a disposizione, hanno trovato il modo per concentrare tutti i problemi e le rivendicazioni nelle ore immediatamente precedenti lo start, finendo per spezzare una corda già da tempo troppo tirata. Una mossa geniale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Ottobre 2011
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