I fronti “caldi” del sindacato
Il segretario provinciale della Cgil Franco Stasi ha fatto il punto sulla battaglia sindacale nel territorio, delineando una fotografia che colpisce trasversalmente tutti i settori del lavoro
Insieme ai dati sulla crisi occupazionale nella provincia di Varese il segretario provinciale della Cgil Franco Stasi ha fatto il punto sui fronti caldi della battaglia sindacale nel territorio, delineando una fotografia che colpisce trasversalmente tutti i settori del lavoro, anche quello più tecnologicamente avanzato. «Pensiamo ad esempio alla Alenia Aermacchi, risucchiata da velleità politiche che vedono una vittoria nel semplice risultato di aver trasferito in provincia di Varese la sede operativa. Ma il core business che fine farà? – si chiede Franco Stasi – Tra piani di esubero e ridimensionamenti quali reali prospettive occupazionali ci sono?». Calde rimangono anche le trattative sindacali per la Ims di Caronno Pertusella, che potrebbe lasciare a casa 132 lavoratori e il momento di difficoltà vissuto dalla casa di riposo “Cavalier Menotti” di Cadegliano viconago.
Difficoltà investono anche l’ambito sanitario con le trattative in corso per digerire i tagli dell’ospedale di Varese.
Un altro fronte aperto è quello che riguarda le piccole e medie imprese, cuore pulsante del tessuto imprenditoriale varesino, «piegato dalla morsa della crisi e segnato da un più 21% di licenziamenti e dall’esplosione del ricorso agli ammortizzatori sociali».
Crisi anche sul fronte aeroportuale, «abbiamo diversi fronti aperti nel settore – spiega Stasi – uno è quello che riguarda Livingstone e che comunque andrà a finire avrà pesanti ripercussioni dal punto di vista occupazionale; l’altro riguarda Malpensa che col dehubbing prima e l’addio di Lufthansa poi continua a creare una voragine occupazionale in quell’area».
A questo si aggiungeranno i tagli feroci dei trasferimenti statali agli enti locali, già realtà in quest’ultimo anno, ma che andrà peggiorando, «per questo la Cgil ha avviato un calendario serrato di incontri con gli amministratori locali – spiega Stasi – con i quali vogliamo capire quale sarà la reale portata di queste strette sui servizi ai cittadini, sia in termini di tagli che di aumenti di tariffe. Senza contare anche in questo caso il risvolto occupazionale: pensiamo al trasporto locale e a quanto annunciato per esempio all’amministratore di Trenord sull’inevitabilità di tagliare il personale».
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