“I vampiri sono tra noi”
Insospettabili travestiti da benefattori, con camice bianco e dal credito pronto: ecco il ritratto del mafioso in nord Italia, emerso nell’ambito di un convegno organizzato da Confesercenti sul tema dell’illegalità
Ad aprire i lavori Gianni Lucchina, direttore di Confesercenti, che ha sottolineato come «Oggi le mafie portano il camice bianco e spesso, così impegnati come siamo a lavorare, non ci accorgiamo di chi abbiamo a fianco». Anche per Cesare Lorenzini, presidente di Confesercenti: «La mafia fa paura, ma purtroppo ci si convive. E in questi momenti così difficili per le imprese e per il territorio, momenti come questi sono importanti per condividere strumenti con cui agire».
La conoscenza del fenomeno è importante anche per il sindaco di Varese Attilio Fontana: «Le mafie rischiano di diffondersi ulteriormente, soprattutto ed anche in questo momento di crisi. Durante gli anni passati il devastante istituto del soggiorno obbligato fece conoscere ai mafiosi il nostro territorio e le possibilità di infiltrarsi. Negli anni ’90 il processo Isola Felice fu un pugno nello stomaco per Varese: per la prima volta vennero allo scoperto nel nostro territorio, perché arrestati e condannati, esponenti di estremo rilievo delle più potenti famiglie della ‘ndrangheta calabrese. Oggi purtroppo l’infiltrazione non è più occasionale, ma strutturale e convegni come questo contribuiscono a portarla a conoscenza. E conoscere vuole dire poter reagire».
Anche per Paolo Fantinato, presidente dei Giovani imprenditori di Confesercenti Varese: «Il primo passo per sconfiggere la mafia è parlarne. Non possiamo far finta di nulla: è notizia di poco tempo fa che anche a Varese ci sono attività produttive, avamposti della camorra. Ma anche le forme di complicità sono diffuse: la società deve dare una risposta corale a questi fenomeni. Dobbiamo passare dalla logica dell’io a quella del noi: il grido che lanciamo alla politica e alle istituzioni è “Non lasciateci soli”. Tanti lavoratori oggi sono vittime dell’usura perché il sistema delle banche non funziona più. E il difficile accesso al credito apre spazio a quella zona grigia abitata da vampiri travestiti da benefattori».
A delineare gli effetti discorsivi della mafie sull’economia di mercato Rossella Locatelli, responsabile CreaRes: «L’infiltrazione mafiosa nell’economia è una realtà. Non utilizza più la lupara, ma usa strumenti sofisticati e si muove all’interno delle regole, in parallelo rispetto alla legalità. Il riciclaggio di denaro sporco è uno degli strumenti più potenti a disposizione. E gli effetti sono potentemente distorsivi dell’economia di mercato».
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